mercoledì 18 maggio 2016

Enza Sanna, "Frammenti Lirici" (Ed. A.G.A.R.)

di Sandra Guddo 

All’interno di un’originale riquadro narrativo, arricchito dalle immagini dei dipinti di celebri pittori attivi tra le metà dell’ottocento, in pieno clima romantico, e i primi anni del novecento, si snocciolano come preziose perle , le poesie di Enza Sanna, suddivise in quattro cornici : Nelle pieghe dell’anima, Del quotidiano, Dettagli, La parola irrelata.
Ho preferito chiamarli cornici, anziché sezioni, come sarebbe stato ovvio, perché si ha l’impressione, sfogliando le pagine di questo incantevole volumetto, pregevole anche per la veste grafica, di essere dentro una galleria d’arte tra le opere immortali di Renoir, di Tissot, di Manet o di Corcos. solo per citarne alcuni mentre, in copertina, è possibile ammirare “ Idillio” di William Bourguereau. Tale scelta, dopo avere letto per intero il volumetto, apparirà l’unica possibile, in perfetta sintonia con il pensiero di Enza Sanna  .  Anche le liriche della nostra poetessa sono vere opere d’arte che sfidano il tempo e varcano quella soglia sottile ed evanescente che separa l’empirico dal trascendente in una sfida che non si affida alla tecnologia, né alla scienza ma all’arte, l’unica che può dare accesso all’immortalità.
La lirica della poetessa genovese sfocia libera e fluente dalla sua anima, sorretta però da una solida intelaiatura filosofica che non riesce a soffocare il suo impulso creativo, il suo linguaggio essenziale ma modulato e morbido come le pieghe dell’ abito di seta, indossato dalla pittrice rappresentata nella celebre tela da Eduard Manet  che Enza Sanna ha voluto inserire nella sua raccolta, a testimonianza che la bellezza è l’unico vero oggetto dell’arte, sia essa poesia o pittura o musica e che la “ bellezza ha sempre e comunque un profilo etico. “
 In altre parole, non è possibile scindere il bene da ciò che è artisticamente valido ed ha quindi, nella sintesi kantiana, valore universale.
Il titolo che l’autrice ha scelto per la sua opera “ Frammenti Lirici “ potrebbe indurre il lettore a ritenere che si tratti essenzialmente di una leggiadra raccolta di  liriche, invece c’è molto di più: attraverso le sue poesie si ha come l’impressione di salire, gradino dopo gradino, in cima ad una scala e, arrivati lassù, sia possibile contemplare, nel suo insieme, la complessità del suo sentire, un viaggio nelle pieghe dell’anima.
Il tema del viaggio, a mio parere, è centrale nel pensiero di Enza Sanna, allorché invita il navigante a  godere dello stesso navigare senza fretta verso la meta, seppure agognata :“ Non affrettare il viaggio / tu che soffri, ignaro d’ogni sosta, d’ogni tregua / i ritmi del presente, senza farne ammenda . “
Altro tema caro alla poetessa è l’amore che nutre per la sua bellissima terra: la Liguria, che Ella, appropriatamente, definisce “ Terra degli dei e dei poeti “  concordando con il celebre poeta, suo conterraneo, Eugenio Montale. Con uguale potenza descrittiva, permeata da un delicato lirismo, la poetessa afferma : “ La consapevolezza del bello in natura / ti fa partecipe come fosse crearla . “
Questo tema si trova diffuso in molte altre poesie ma  una in particolare mi ha colpita: “ Rivelazione “ che va letta e gustata tutta d’un fiato, talmente i versi si susseguono veloci ma incisivi, mai affrettati o superficiali: una visione complessiva come la tela del pittore che ritrae nel suo insieme tutti gli elementi del creato: il cielo, la terra con il “ mandorlo in festa “ , il mare e “ sul mare un’ ala graffia l’onda e subito risale “ la luce pallida della luna, le montagne e i fiumi e il “ vento del primo mattino “. A fianco della poesia , a testimoniare l’esuberante bellezza della natura, esplode con i suoi colori smaglianti, la tela di Pierre Auguste Renoir “ In estate “ ( 1868 ) .
Sulla base della convinzione, prettamente gnoseologica, che tutto in natura sia destinato a dissolversi nel suo continuo ed inarrestabile fluire e deperire, come “ pànta rhei “, nucleo centrale della filosofia del presocratico Eraclito, si afferma forte l’istanza dell’eterno.
L’esigenza, per noi poveri  mortali, confinati in un limitato arco spazio - temporale, di divenire, in qualche modo, immortali, non può essere convalidata dalla “ scienza né dalla conoscenza “ ma può essere sostenuta soltanto dall’ “ arte testimone della grandezza dell’uomo “
 ( … ) espressione profonda del suo animo /  che proviene dallo spirito / da una scintilla d’immortalità / dal segreto divino che lo ha segnato. Solo il bene e il bello han valor d’eternità”.
Non possiamo che concordare con Enza Sanna della quale si apprezza la sobrietà e la profondità del suo sentire.

Sandra Guddo

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