sabato 23 settembre 2017

Il cristianesimo del filosofo contadino Gustave Thibon

di Alberto Maira

Nel gennaio 2001, a Saint-Marcel-d’Ardèche, in Francia, è scomparso  Gustave Thibon. Ed è scomparso nello stesso luogo in cui era nato novantotto anni prima, nel  1903, da famiglia contadina. In occasione dei funerali il vescovo diocesano, S. E. mons. François Blondel, ordinario di Viviers, ha — fra l’altro — affermato in un messaggio che “la Chiesa di Francia gli è riconoscente” e, dopo averne citato due pensieri — “Porto in me dei morti più viventi dei viventi. Il mio più grande desiderio è di reincontrarli” e “Mio Dio, al momento della mia morte prendetemi come m’avete fatto e come mi sono disfatto, e abbiate pietà in me della Vostra immagine” —, ha auspicato “che il Signore della speranza esaudisca questa duplice preghiera”.
Se la Chiesa di Francia gli deve molto, molti anche fuori della sua patria gli devono tantissimo. Anch’io insieme ai  militanti di Alleanza Cattolica dobbiamo molto della nostra formazione a questo che abbiamo conosciuto come il filosofo- contadino. Tra i primi libri che Giovanni Cantoni, fondatore dell’associazione ci ha proposto sono state le opere di Thibon che ancora studiamo, suggeriamo e diffondiamo.
Anche per questo siamo grati al benemerito Centro Studi Cammarata di S.Cataldo e alle Edizioni Lussografica di Caltanissetta, per il piccolo  ma avvincente saggio “Il cristianesimo radicale del filosofo contadino. Gustave Thibon e il creatodi Sante De Angelis fondatore e rettore dell’Accademia Bonifaciana di Anagni. Il testo non nasconde l’obiettivo di presentare sempre più il Thibon per suscitare curiosità sulla sua vicenda culturale , sulla sua riflessione metafisica, su alcuni aspetti del suo rapporto con lo studio di Virgilio e Friedrich Nietzsche.
Thibon è stato un testimone eminente del secolo XX, vero e proprio autodidatta e vignaiolo almeno fino agli anni 1950. Tornato a venticinque anni alla fede cattolica dalla quale si era allontanato nel corso dell’adolescenza, compie studi di filosofia e di storia del pensiero ed è profondamente influenzato da san Tommaso d’Aquino, da san Giovanni della Croce, nonché dall’amicizia con Jacques Maritain, con Marcel de Corte, con Gabriel-Honoré Marcel  e con Simone Weil. Con la Weil Thibon intesse un profondo dialogo spirituale: ebrea e trotzkysta, “filo-cristiana” ma mai convertitasi alla fede cattolica, ella deve al filosofo-contadino non solo la propria incolumità negli anni della seconda guerra mondiale, ma anche, grazie alla pubblicazione postuma dei diari, l’ingresso nella vita culturale.
Meditando con la sua caratteristica profondità e con la grande semplicità che rendono anche piacevole l’approccio alle sue opere su temi quali Dio, l’amore e la morte, Thibon è fra i più acuti critici del “mondo in frantumi”e della modernità filosofica, ai quali oppone la Croce di Cristo che è la sola a salvare,  pure nei suoi risvolti politici e sociali.
Conferenziere, autore di numerosi saggi e interventi, talora raccolti in volumi a più mani in lingua italiana sono stati editi, fra altri: proprio in Sicilia nel 1947  Quel che Dio ha unito. Saggio sull’amore (Società Editrice Siciliana, Mazara del Vallo [Trapani] ; poi La scala di Giacobbe (Anonima Veritas, Roma 1947); Nietzsche o il declino dello spirito (Edizioni Paoline, Alba [Cuneo] 1963); e L’uomo maschera di Dio (SEI, Torino 1971).
Le sue opere più significative e più note sono Diagnostics. Essai de physiologie sociale, uscita nel 1940 con prefazione di Marcel, e il suo “seguito” Retour au réel. Nouveaux diagnostics, del 1943. A questi due scritti è  legata la “fortuna” italiana di Thibon. Il primo, pubblicato nel 1947 dalla Morcelliana con il titolo Diagnosi. Saggio di fisiologia sociale, viene  riproposto nel 1973 a Roma, con il medesimo titolo, dal generoso mecenate ed editore Giovanni Volpe, facendo seguito alla prima edizione italiana di Ritorno al reale. Nuove diagnosi, del 1972.
La pubblicazione di quest’ultimo testo in Italia è frutto del rapporto culturale e spirituale, appunto come dicevamo nato, e negli anni sviluppatosi, fra il filosofo del reale  e Alleanza Cattolica, per la formazione dei cui militanti Thibon ha svolto e svolge un ruolo di indiscusso riferimento. Le due opere sono state riproposte nel 1998 in un unico volume, Ritorno al reale. Prime e seconde diagnosi in tema di fisiologia sociale, con una premessa di Marco Respinti per i tipi dell’editrice Effedieffe.


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