di Maria Elena Mignosi Picone
Con questo libro dal titolo “Melodie dell’anima”, Antonino Causi è alla seconda pubblicazione di sillogi di poesie dopo “Versi in libertà”.
Melodie dell’anima non sono da intendere come canti scaturiti dal proprio intimo e inneggianti all’amore, alle passioni, alla natura, alla fede e alla speranza, né queste parti in cui il poeta suddivide le sue poesie, sono staccate l’una dall’altra, come rime sparse, ma c’è fra tutte una profonda unità.
Con questa premessa voglio esprimere la convinzione che in “Melodie dell’anima” di Antonino Causi, c’è molto di più.
Il significato del libro è molto profondo e inoltre tutte le melodie sono così connesse tra loro che da tutte insieme può scaturire un unico messaggio, cioè tutte si possono tradurre in un’unica considerazione sulla condizione umana, specialmente attuale.
Allora procediamo con ordine nel dimostrare questa asserzione.
Io ho da poco recensito un libro di poesie di Anna Naro, dal titolo simile “Melodie del cuore” ed erano canti sgorgati dal sentimento e inneggianti all’amore , agli affetti familiari. Ma in questo caso non è così.
Innanzi tutto Antonino Causi non le intitola “Melodie del cuore” ma “Melodie dell’anima”. Ora tra cuore e anima c’è differenza. L’anima può contenere il cuore ma è di più. Oltre l’anima sensitiva c’è l’anima spirituale, e il nucleo dello spirito è la coscienza, là dove si avverte la voce di Dio.
Ma cosa può suscitare la voce di Dio? La bellezza e la bontà che ci circondano, ci avvolgono e ci edificano a tal punto da generare nell’anima le melodie.
La bellezza la troviamo nella natura, la bontà negli esseri umani, soprattutto nel sentimento dell’amore, oppure nelle passioni che ci inebriano.
Ecco che così canta il nostro poeta: “Si nasconde tra le nuvole/ il mio umore e si colora di tutti/ i miei sentimenti”; l’amica selva “Ristora il mio corpo stanco”; “Foglie secche …seguono/ sinuose sinergie/ di nuove mete ascetiche”, e osserva: “La natura è un respiro/ che rinsalda l’animo e la mente”.
E riguardo all’amore: “Questo è l’amore/ un’autentica magia/ carica di frenesia”; “…ringraziando te donna/ celeste visione/ terrena, preziosa e/ amabile fonte di vita”.e ancora “Frammenti di luce/ sorvegliano l’intima oscurità del mio cuore/ rischiarando ed esaltando la peculiarità dei miei sentimenti”: Ma per gustare la bellezza e la bontà occorre un clima adeguato. Non certo il frastuono ma il silenzio: “Basta voci/ basta rumori/ solo tu nobile silenzio”;
e il momento del silenzio sovrano è la notte: “E’ il momento migliore! Il confronto con la coscienza prende corpo”; e nella notte domina la luna: “la luna saccheggia e modella/ la nostra anima/ affidandola ad un silenzio/ appagante e rinvigorito”. E nel silenzio, favorito dalla notte e dalla luna si genera la contemplazione; e dalla contemplazione l’estasi e l’ascesi: “Nel mio silenzio e il tuo respiro/ viaggiano suoni gaudenti/ docili e sottili”; “A tratti si rincorrono/ e in un surreale turbinio/ si congedano dal tempo”; “Tutto tace! E’ l’estasi, è la stagione dell’amore”.
Anche le passioni che prorompono nella sua anima, per la difesa della giustizia (Antonino Causi è poliziotto), lo conducono alla verità nella quale consiste la giustizia: “Io non ci sto/ a subire indifferente/ la prepotenza e l’alterigia/…io non ci sto/ a subire i ricatti/ e i soprusi idi avvoltoi”.
E allora, nella contemplazione della natura, nell’estasi dell’amore, nella passione della verità, cosa si cela se non Dio che è appunto verità, bontà e bellezza? Ecco allora le melodie della fede. E dalla fede si leva la preghiera.
Questa “è sostanza di fede e spirito/ nell’aridità di un corpo impoverito”; “essa ci libera ci fa sentire pacati/ e rinfrancati”. E verso il Signore prorompe dall’anima del poeta: “Oh Signore, sei tu la mia luce, la mia vista,/ il mio osservare, il mio guardare all’orizzonte”.
E nel guardare all’orizzonte c’è insita la speranza. Ecco allora le melodie della speranza.
E’ questo il cammino dell’anima di Antonino Causi ma può essere il cammino di ognuno.
Ed è questo dunque il messaggio che egli ci offre , e cioè che nel silenzio, di fronte alla natura, all’amore, sorge la contemplazione, che nutre ed eleva l’anima facendole scoprire Dio. La scoperta di Dio conduce alla fede e questa alla speranza.
A sua volta il gustare Dio che si rivela Amore, genera amore e con questo anche il senso della fraternità e della unità: “Vorrei cantare una canzone/ che possa unire/ tutti i popoli della terra”; “Unendoci in un’unica voce/ intonata e e melodiosa/ che possa far germogliare/ i semi di un’arida terra/ e dare piante/ dai frutti dolcissimi/ edulcorando le amarezze e le malinconie della nostra realtà”.
E così Antonino Causi con questo suo messaggio addita un cammino per la possibile rigenerazione della nostra società attuale.
Qui sta il nucleo di tutta l’opera.
Questo messaggio trova conferma nelle sue parole che egli pone in esergo al libro. “Oggi l’uomo dovrebbe ascoltare le melodie della propria anima e non farsi deviare dall’effimero e dal vuoto che quest’epoca gli propina”.
Passando ora alle osservazioni di carattere estetico, diremo che il suo linguaggio è chiaro, spedito, è il linguaggio esistenziale cadenzato dalla musicalità della poesia che a volte presenta la rima altre volte sono versi liberi: “Ancora vivo è il ricordo/ che si colora/ di gemme dorate evanescenti”; “Vorrei che in un’oasi di serenità/ le mie paure ed ansie/ possano trovare/ il fiume della tranquillità”. E’ un linguaggio non aulico ma semplice, della semplicità della vera cultura.
Concludendo direi che l’impressione ricevuta dalla lettura delle varie melodie è quella di trovarsi di fronte ad un mosaico dorato e di vari colori con un tenue chiaroscuro: “Si nasconde tra le nuvole/ il mio umore/ e si colora di tutti / i miei sentimenti. Saranno/ vivaci e pallidi”; “Due corpi/ due anime/ erranti percorriamo tra bianco e nero/ delizie e amarezze/ felicità e mestizia”. Un mosaico, delicato e forte nello stesso tempo, così come appare il carattere del poeta, ricco di tenerezza, generosità, gratitudine, e nello stesso tempo, forte, coraggioso, determinato. Un mosaico sfavillante perché su tutto predomina la luce: “Catturerò tutta la luce”; “Frammenti di luce”; “Io come cacciatore/ rapisco tutte le stelle”; “ Oh Signore sei la luce dei miei occhi”; “In un libro bianco e vuoto/ vorrei disegnare la tua casa/ oh dolce bimbo guardando la tua foto!/ una casa piena di calore/ luce e soprattutto d’amore”.
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