sabato 21 febbraio 2015

"CANTO PER L’IMPERFETTO” DI RUGGERO LUIS ARMANDO RIO (pseudonimo di LUIGI IMPRESARIO) - ILAPALMA

di Elio Giunta

Bene, e Buona sera a tutti, cari amici ed un buona sera affettuoso e particolare a Luigi Impresario che mi ha coinvolto in questa familiare ma densa riunione di amici.
Qui, evidentemente, si celebra un compleanno, e tutti i compleanni, quando si celebrano veramente, comportano un certo consuntivo di quella che è stata la propria vita, la propria esperienza, e il consuntivo comporta anche il soffermarsi su alcuni episodi ed eventi eccezionali  e particolari che hanno contrassegnato la propria vita e la propria esperienza.
Luigi Impresario è fortunato perché proprio allo scadere del 60^ anno ha segnato secondo me l’evento più importante della sua vita, quello di dare alla luce un libro di poesie.
Non succede mai celebrare il proprio compleanno con un libro di poesie.
Ed è, naturalmente questo “Canto per l’imperfetto”, che caratterizza un certo tipo di poesia. Ora evidentemente, chi, specialmente gli amici ed anche i parenti, per quanto ho saputo, ricevono questo libro come una sorpresa, con una certa meraviglia.: ma come Luigi faceva il poeta, è poeta?.
Io che per la mia esperienza e per il mio mestiere sono addentro alle segrete cose della letteratura vi dico che sono rimasto meravigliato, perché questa esperienza di poeta che qui stasera contrassegniamo, certamente non è casuale, anzi, leggendo questo libro voi avrete la stessa impressione che ho avuto io quando l’ho letto per la prima volta.
Si tratta di mettere il punto su un lungo esercizio di poesia e cioè che il libro rivela già la maturità di un poeta e questo per me che tratto questa materia e che so quante cose si pubblicano inutili e direi anche quasi sforzate, è stata una meravigliosa sorpresa e perciò ho steso la mia prefazione nella quale ho detto quello che andava detto forse un po’ meglio di quanto non sto per dire qua.
Qual è la sostanza di questo libro che avete in mano ?.
E’ il passato che ritorna, che Luigi ha osservato e torna a osservare, avvertendo, come dice in un luogo tra i più belli del libro, avvertendo che gli attimi più veri della propria vita c’è un momento in cui tornano sereni come sono stati una volta, e tornano per commuoversi, come al suono di un’armonica,
Allora il passato, per Luigi, ha costituito la materia di questo Libro.
Che passato è?
E il passato delle sue esperienze di viaggiatore che ci riporta luoghi e ci riporta situazioni che ritornano nel libro e si fanno vivi attraverso questo gioco memoriale, ed io l’ho già notato e lo torno a sottolineare qui stasera, questo non perché questi luoghi vengano descritti o rappresentati, ma perché questi luoghi hanno fatto esercitare in Luigi una visione disincantata della vita e questa visione disincantata della vita ha fatto emergere una coscienza individuale che ha fatto la poesia.
Oggi giorno, cari amici, la poesia non è letta, la poesia è messa da parte.
Anche gli stessi editori, quando vedono arrivare un poeta, storcono il naso. La poesia non ha molto spazio in questa nostra società troppo materializzata, questa società dell’internet che è una gran bella cosa, ma che, secondo me, diffonde anche molta superficialità e scarsa riflessione interiore.
Quella riflessione interiore che serve alla poesia, infatti la poesia che oggi circola è una poesia fatta di sofisticazioni verbali per cui la gente si annoia e non legge niente.
Allora è una fortuna avere un libro, e questo di Luigi lo è, un libro in cui la poesia torna familiare, familiare nel senso che riporta quella meravigliosa cosa che è incantarsi davanti ad un tramonto, che è osservare lo scorrere del tempo nel mistero di un qualche paesaggio, una poesia che riporta l’amore che è bellezza ma anche disguido.
Ecco queste cose che fanno la vita dei sentimenti sono espresse da Luigi con una parola che è melodica ma nello stesso tempo familiare e che riconcilia l’amore verso la poesia.
Leggete questo libro e riscontrate queste mie parole oppure direte che ho detto delle sciocchezze.
E per concludere, questo è un libro che rivela un artista, nel senso che cos’ è l’arte, è fissare quell’elemento irregolare, quella eccezione, che diversifica  un attimo, che diversifica un gesto, che diversifica una macchia nell’uniformità del colore.
Ecco, l’arte è questo, la poesia è questo, ed io credo che la migliore maniera per capire ciò che dico sia guardare questo libro, prenderlo in mano a cominciare dalla copertina: “Canto per l‘imperfetto” dove il poeta canta per ciò che è trascurato, va dove gli altri non vanno, mette gli occhi dove tutto potrebbe essere trascurato.
E chi guarda questa copertina vede il mare, il mare nella solitudine, la solitudine e l’infinità del mare sono l’aspirazione dell’animo poetico.
C’è poi un tronco, così che l’autore, con la sua abile fotografia, ha riprodotto un tronco buttato li  a dirci che a volte c’è l’oggetto dove non dovrebbe stare ( perché di certo un albero non sta nel mare), ma l’irregolarità è bisogno di fuga, è bisogno di eccezionalità, è poesia ed arte.
Ed è questo il messaggio artistico che ci vuole consegnare Luigi con questo libro che io ho accolto con grande entusiasmo cercando con la mia prefazione, più che con le parole formali di questa sera, di fare innamorare anche gli altri, di fare innamorare anche voi.
L’occasione di questa sera mi fa dire a Luigi che questo deve costituire una base per proseguire e tu Luigi devi assolutamente proseguire.


26 NOVEMBRE 2011 PRESSO LA VILLA ALLIATA CARDILLO DI PALERMO – PIANA DEI COLLI

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