Simonetta Teglia, figlia del nostro Acc. Cav. Dr. Claudio, dopo aver esordito con ottime poesie, che hanno riscosso positivi consensi di lettura ma anche guadagnato dignitosi riconoscimenti in vari concorsi, tra i quali il “Danilo Masini”, è passata al suo primo romanzo, definito “breve”.
L’Autore forte della sua esperienza in campo pedagogico e di studi socio-psicologici, affronta il problema affettivo generazionale con un linguaggio moderno, “alla portata di tutti”, ma anche grammaticalmente e letterariamente valido. Affidando, a queste poche pagine, tutti i sentimenti contrastanti che attraversano un adolescente che va verso l’età matura, ma anche le contraddizioni e gli evidenti contrasti e i problemi che la società tende a minimizzare o mettere sotto silenzio.
Damiano e Giada sono i protagonisti di un’avvincente storia d’amore. Quella che potrebbe vivere una semplice coppia giovane di questi nostri anni notevolmente turbolenti. Anche se il periodo adolescenziale, quello dei primi amori, è da sempre vissuto in modo agitato e burrascoso. I due ragazzi sono attraversati, oserei dire travolti, da problemi, che per gli adulti sembrano insensati capricci adolescenziali, difficili alla comprensione di persone che vivono ormai lontano da quel tempo, che per tutti, è e dovrebbe essere il più spensierato e semplice; ma che non lo è se si percepisce, osservandolo attentamente dall’angolazione giusta.
Assaporiamone, seppur brevemente, alcuni brani: «Ora diciassettenni si ritrovano così: Gianluca è il classico maschio per cui tutte le ragazzine escono di senno, ancor prima di entrare in contatto con lui. Tra l’altro le ragazze neanche gli interessano realmente; a lui piace collezionarle, attirarle a sé, giocare a fare l’uomo. In poche parole: illuderle. Però sta ancora cercando un metodo efficace per scrollarsele di dosso quando decide di porre fine al gioco.
Damiano invece è il tipico ragazzo simpatico che sa far ridere le femmine, che finiscono per vederlo solo come un amico. Comincia però ad essere stanco di questo ruolo. È giunta in lui la voglia di vivere qualcosa al di sopra di un semplice affetto. Vorrebbe provare quell’ebbrezza del sentimento d’amore che si vede nei film». Ecco, in poche righe, delineati due caratteri estremamente diversi, che rispecchiano chiaramente sia la diversità di ognuno, sia lo stato di maturazione interiore che nasce e affonda radici dentro e nella formazione personale, intimistica di ogni essere. Simonetta riesce già a identificarne gli estremi, le differenze che si proietteranno nel futuro di ciascheduno dei giovani soggetti. Eppure, attraversando un percorso di maturazione, obbligatorio, si può giungere quasi immediatamente a comprendere quanto possa essere difficile accettare o corrompere il proprio destino.
Damiano e Giada vivono una storia d’amore intensa, marcata, senza condizioni, né tempo, che ciascuno vorrebbe durasse eternamente: “per sempre”; per dirla con l’espressione degli adolescenti, condizionandola, ritagliandola perfettamente addosso solamente per loro. Ma la realtà non è sempre così! E il nostro Autore sa usare a perfezione il colpo di scena finale, che il lettore non si aspetta, iniziando la lettura: «Giada è distesa sul letto della Clinica e dorme. Ha delle ventose attaccate sul petto e le uniche cose che si muovono in quella stanza grigia sono le goccioline della sua flebo che cadono costantemente l’una dietro l’altra. Damiano esce dalla stanza a prendere una boccata d’aria. Ma non c’è aria là dentro; è un posto che la toglie. Il Dottore dice che non ci sono speranze, il tumore l’ha devastata. L’unica cura è restarle accanto fino alla fine. Damiano vorrebbe spaccare tutto. Come fa a vedere un pezzo del suo cuore riverso su quel letto, incapace di ribellarsi ad un male cosi grande?!
Soffre tantissimo, lui più di tutti. Forse anche più di lei perché Giada è rassegnata al suo destino lui invece no, non si rassegna».
Sarei tentato di commentare tutte le 78 pagine, ma so che non sarebbe giusto farlo; in quanto il segreto di una buona presentazione o recensione è lasciare sospeso e interessato il lettore. Penso di esserci riuscito!
Plaudo a Simonetta, perché ha saputo trasfondere i sentimenti, l’intimo sentire, già esplicato, in passato, con i versi poetici; aggiungendovi oggi quell’esperienza e maturazione che dimostra di aver raggiunto in così breve tempo. Grazie Simonetta per questa gradita lezione!
L’Autore forte della sua esperienza in campo pedagogico e di studi socio-psicologici, affronta il problema affettivo generazionale con un linguaggio moderno, “alla portata di tutti”, ma anche grammaticalmente e letterariamente valido. Affidando, a queste poche pagine, tutti i sentimenti contrastanti che attraversano un adolescente che va verso l’età matura, ma anche le contraddizioni e gli evidenti contrasti e i problemi che la società tende a minimizzare o mettere sotto silenzio.
Damiano e Giada sono i protagonisti di un’avvincente storia d’amore. Quella che potrebbe vivere una semplice coppia giovane di questi nostri anni notevolmente turbolenti. Anche se il periodo adolescenziale, quello dei primi amori, è da sempre vissuto in modo agitato e burrascoso. I due ragazzi sono attraversati, oserei dire travolti, da problemi, che per gli adulti sembrano insensati capricci adolescenziali, difficili alla comprensione di persone che vivono ormai lontano da quel tempo, che per tutti, è e dovrebbe essere il più spensierato e semplice; ma che non lo è se si percepisce, osservandolo attentamente dall’angolazione giusta.
Assaporiamone, seppur brevemente, alcuni brani: «Ora diciassettenni si ritrovano così: Gianluca è il classico maschio per cui tutte le ragazzine escono di senno, ancor prima di entrare in contatto con lui. Tra l’altro le ragazze neanche gli interessano realmente; a lui piace collezionarle, attirarle a sé, giocare a fare l’uomo. In poche parole: illuderle. Però sta ancora cercando un metodo efficace per scrollarsele di dosso quando decide di porre fine al gioco.
Damiano invece è il tipico ragazzo simpatico che sa far ridere le femmine, che finiscono per vederlo solo come un amico. Comincia però ad essere stanco di questo ruolo. È giunta in lui la voglia di vivere qualcosa al di sopra di un semplice affetto. Vorrebbe provare quell’ebbrezza del sentimento d’amore che si vede nei film». Ecco, in poche righe, delineati due caratteri estremamente diversi, che rispecchiano chiaramente sia la diversità di ognuno, sia lo stato di maturazione interiore che nasce e affonda radici dentro e nella formazione personale, intimistica di ogni essere. Simonetta riesce già a identificarne gli estremi, le differenze che si proietteranno nel futuro di ciascheduno dei giovani soggetti. Eppure, attraversando un percorso di maturazione, obbligatorio, si può giungere quasi immediatamente a comprendere quanto possa essere difficile accettare o corrompere il proprio destino.
Damiano e Giada vivono una storia d’amore intensa, marcata, senza condizioni, né tempo, che ciascuno vorrebbe durasse eternamente: “per sempre”; per dirla con l’espressione degli adolescenti, condizionandola, ritagliandola perfettamente addosso solamente per loro. Ma la realtà non è sempre così! E il nostro Autore sa usare a perfezione il colpo di scena finale, che il lettore non si aspetta, iniziando la lettura: «Giada è distesa sul letto della Clinica e dorme. Ha delle ventose attaccate sul petto e le uniche cose che si muovono in quella stanza grigia sono le goccioline della sua flebo che cadono costantemente l’una dietro l’altra. Damiano esce dalla stanza a prendere una boccata d’aria. Ma non c’è aria là dentro; è un posto che la toglie. Il Dottore dice che non ci sono speranze, il tumore l’ha devastata. L’unica cura è restarle accanto fino alla fine. Damiano vorrebbe spaccare tutto. Come fa a vedere un pezzo del suo cuore riverso su quel letto, incapace di ribellarsi ad un male cosi grande?!
Soffre tantissimo, lui più di tutti. Forse anche più di lei perché Giada è rassegnata al suo destino lui invece no, non si rassegna».
Sarei tentato di commentare tutte le 78 pagine, ma so che non sarebbe giusto farlo; in quanto il segreto di una buona presentazione o recensione è lasciare sospeso e interessato il lettore. Penso di esserci riuscito!
Plaudo a Simonetta, perché ha saputo trasfondere i sentimenti, l’intimo sentire, già esplicato, in passato, con i versi poetici; aggiungendovi oggi quell’esperienza e maturazione che dimostra di aver raggiunto in così breve tempo. Grazie Simonetta per questa gradita lezione!
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