di Arthur Fridolin Utz
La tesi di fondo del libro di
Arthur Fridolin Utz 'Etica economica*, San Paolo è che questa non possa essere
divisa da un'etica individuale. Utz è un domenicano che fa
parte della scuola tedesca
dell'economia sociale di mercato, e questo libro recentemente tradotto è tratto
dalla ponderosa opera 'Etica sociale* articolata in cinque libri. In un
passaggio significativo del libro Utz sostiene che la borsa costituisce un prezioso
servizio all'economia di mercato quando gli investimenti non sono semplici
speculazioni e manipolazioni individuali. Che sia l'etica individuale alla base
di ogni processo economico, conviene ripeterlo tutte le volte che si perde di
vista il fondamento etico del discorso finanziario e la lettura di questo libro
sollecita a riflettere sulla necessità del legame tra etica sociale-economica
ed etica individuale. Pena anomalie e crisi che seguono tutte le volte che
esplodono le cosiddette 'bolle speculative' del mercato. L'autore considera il
problema delle grandi disuguaglianze sociali e fa la critica di uno Stato
ipocrita e dissoluto che non solo copre grottescamente con un velo statistico
queste diseguaglianze ma le mantiene cosi favorendo l'impoverimento nazionale.
L'autore sostiene che al valore della ricchezza, vada aggiunto anche il fattore
della qualità della vita. Ed è proprio la qualità della vita che si deve
misurare e quantificare al punto da costituire una variabile algebrica nei
calcoli economici. Così il mercato in questa dimensione si ridefinisce nella
capacità di produrre non solo ricchezza ma di soddisfare anche valori e attese
etiche. Un orientamento etico si ispira a principi che pongono e spostano
l'attenzione sulle conseguenze non economiche degli atti e delle azioni economiche. Così l'economia etica non ritiene legittimo
l'arricchimento basato esclusivamente sul possesso e sul commercio di denaro.
Il tasso di interesse si ridefinisce come misura di efficienza nell'utilizzo
del risparmio, come misura dell'impegno volto a salvaguardare le risorse messe
a disposizione dai risparmiatori oltre che a farle fruttare in progetti vitali
e socialmente utili. Di conseguenza il tasso di interesse deve rispecchiare il
giusto equilibrio tra le attese dei beneficiari e quelle del risparmiatore
etico sulla base di valutazioni economiche, sociali, etiche. Una economia
quella eticamente fondata che coglie nel credito, in tutte le sue
manifestazioni, un elemento dei diritti umani dalla parte dei più svantaggiati
socialmente. Così la finanza etica esclude per principio rapporti con quelle
attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare
i diritti fondamentali della persona e a ledere l'ambiente. In sintesi a
dequalificare la qualità della vita attraverso l'attuazione di progetti di
dubbia qualità morale.
da: "7 Giorni su 7", 10 maggio 2015
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