La Beatificazione il 25 Gennaio 2014 di Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie(Cagliari 1812-Napoli1836) con il Sacro Rito celebrato a Napoli e il solenne Te Deum alla Palatina di Palermo(1), ha focalizzato l’attenzione, l’ammirazione e la devozione crescenti per questa splendida figura di giovane donna e madre(morta per dare alla luce l’Erede al Trono delle Due Sicilie, il futuro Re Francesco II), che seppe incarnare e praticare i precetti dell’Amore caritatevole verso gli umili e il servizio al Regno, con autentico stile regale.
La giovane vita spezzata della figlia del Re Vittorio Emanuele I nata quindi principessa del Regno di Sardegna che aveva sposato nel 1832 il Re Ferdinando II di Borbone Due Sicilie, resta miracolosamente un paradigma ancora attuale e pregnante, per i Cattolici fedeli e per tutti coloro che sanno e sapranno coglierne la grandezza, nel sacrificio supremo della sua stessa vita e per la fede ardente.
Si ripropone qui, in anastatica, un testo rarissimo, un poemetto in morte della Regina, ignoto alle bibliografie sulla Beata, stampato a Palermo nel 1845, nella stamperia di F. Solli, ma composto dal Canonico Giovanni Sevans nel “Febbraro 1836”, cioè alla data stessa della scomparsa della Reginella Santa.
Il Sevans appartenente al clero e al Capitolo della Metropolia di Palermo, faceva parte della cerchia che si riuniva ai lealisti alla Casa dei Borbone intorno alla figura del Marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena (poi graziato Principe da S.M. Francesco II), nel cui Fondo Bibliografico(istituito dalla Fondazione Thule Cultura) a lui dedicato, si è rinvenuto l’opuscolo che si propone . Maria Cristina fu vicina e sensibile anche nei confronti dei Siciliani: sono numerosissime le elargizioni personali documentate verso i poveri isolani, notevole fu inoltre l’attenzione concreta per i bambini, le partorienti e le istituzioni benefiche dell’antico Reame.
Un segno duraturo della sua devozione alla Vergine Maria, può ancora constatarsi nella Chiesa dei Padri Cappuccini di Palermo. È dono della Sovrana, infatti lo splendido manto regale che adorna la Vergine, che Ella fece ricamare su retine di oro, in occasione della Sua visita a Palermo con l’Augusto Sovrano.
Lo stile del poemetto, le quartina in melodiosa rima e armonia, sono in linea con altri versi di tipo apologetico vergati per personaggi notevoli della prima metà dell’Ottocento e, tuttavia si può sottolineare un partecipato sentire del Sevans, che si esprime con accenti sinceri e partecipi rispetto alla statura e al conseguente vuoto che il “dolce morir” della giovane Regina, già definita Santa dal Canonico, aveva lasciato.
Un piccolo e prezioso omaggio, questo, alla memoria della Beata Regina Maria Cristina, che si avvale del Patrocinio prestigioso della delegazione della Sicilia Occidentale del nostro Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.
(1)
Cfr. Tommaso Romano, Antonino Sala, La Beata Maria Cristina di Savoia Regina
delle Due Sicilie(1812-1836). Regalità
e Santità.ISSPE Palermo 2014
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