di Domenico Bonvegna
Stiamo vivendo tempi dove si assiste a veloci mutamenti, basti pensare
soltanto alle folle di immigrati che premono sul nostro continente. Pertanto
questo è il tempo per leggere e studiare saggi che riguardano la storia delle
civiltà. A questo scopo risponde il sussidiario storico che ci ha offerto
qualche anno fa il giovane giornalista, Francesco Agnoli: “Indagine
sul Cristianesimo”, dall'indicativo sottotitolo:“Come si costruisce
una civiltà”, edizioni Piemme( 2010). Il testo è stato ripubblicato nel
2014, da “La Fontana di Siloe”, un marchio della casa editrice Lindau.
Si tratta di un appassionante viaggio storico su come si è sviluppato il
Cristianesimo e soprattutto come ha edificato la civiltà europea. Certo
l'autore non fa un'estesa e completa storia dei duemila anni di cristianesimo.
Non dobbiamo stupirci se non c'è qualche argomento. Certamente nei diciotto
capitoli Agnoli affronta quei classici argomenti, come le crociate, le streghe,
l'inquisizione, il potere temporale della Chiesa, le donne, la schiavitù, etc,
i soliti luoghi comuni, che vengono usati per scagliarli contro la Chiesa
cattolica.
Il lavoro di Agnoli, scrive Renato Farina nella prefazione:“si immerge
in acque custodite da veri e propri pescecani che spaventano chiunque si
avvicini”. Per la verità ce ne sono stati altri tentativi notevoli per
questa“buona battaglia” di depurazione della vera Storia della civiltà
cristiana. Mi vengono in mente Vittorio Messori, con i suoi tre volumi, della
rubrica dei “vivai” di Avvenire, il vescovo Luigi Negri, lo stesso
cardinale Giacomo Biffi. Questo di Agnoli per Farina sembra una mappa completa
di liberazione dai pregiudizi e dalla leggende nere.
Nella premessa lo stesso Agnoli fa delle doverose puntualizzazioni:“questo
libro è la storia di alcune grandi conquiste umane permesse e promosse dal
messaggio di Cristo e dalla sua Chiesa. E' la storia di idee che hanno
rinnovato lo sguardo sul mondo di miliardi di persone[...]”. Naturalmente è
un testo che consiglio a chi vuol conoscere la vera storia della civiltà
cristiana occidentale.
Naturalmente il testo, essendo una specie di atlante storico, può essere
letto per singoli capitoli, peraltro tutti ben documentati con puntuali e
numerosi riferimenti bibliografici. Si parte dalle origini del Cristianesimo,
il confronto con il paganesimo e le varie divinità del mondo antico. Si
approfondiscono le persecuzioni dei primi tre secoli, dove“l'essere
sacerdote, vescovo o Papa significa sovente andare incontro alla morte,
sbranati dalle bestie negli anfiteatri, o bruciati come torce nei giardini
imperiali di Nerone”.
Agnoli affronta gli argomenti e nello stesso tempo polemizza con tutti
quelli che si sono esercitati per diffondere nefandezze e pregiudizi contro la
Chiesa e i cristiani. Il testo fa diversi nomi da Augias, a Odifreddi, fino a
tutta quella numerosa schiera del giornalismo nostrano, che fa a gara a chi le
spara più grosse.
Il Cristianesimo ha portato grandi novità e progressi nella storia
dell'umanità. Il 3° capitolo è dedicato proprio ad una di queste novità:
la concezione della donna. Sul punto ho presente un articolo di qualche
anno fa di Antonio Socci, dove ricordava alle donne:“sai che ridere se
duemila anni fa non nasceva quel Nazareno, soprattutto per le donne”, in
pratica senza Cristo, le donne avrebbero continuato a prendere calci nel
sedere, da parte dei maschi. Infatti Agnoli ricorda il ruolo marginale della
donna nell'antichità. Vittima di infiniti abusi e violenze, compreso
l'infanticidio, in Cina e India. Mentre nel mondo islamico e animista, la donna
è sottoposta alla poligamia, umiliante affermazione della sua inferiorità.
Vittima anche“di vere e proprie mutilazioni fisiche; sottoposta al ripudio
del maschio, in tutte le culture antiche, la donna diventa col cristianesimo creatura di Dio, al pari
dell'uomo”. Nel cristianesimo, non c'è più differenza o opposizione tra
maschile e femminile. Il termine “uomo” ha un significato collettivo.
Naturalmente Agnoli fa riferimento al Vangelo, per conoscere il comportamento
di Gesù con le donne.
Dalla nuova concezione della donna, scaturiscono tre conseguenze: la
prima,“il cristianesimo è l'unica religione della storia in cui il rito di
iniziazione e quindi di ammissione alla comunità, cioè il battesimo, è uguale
per uomini e donne”. La seconda, il cristianesimo abolisce l'infanticidio,
peraltro ancora diffuso. Infine, la terza; il matrimonio cristiano è
imprescindibilmente monogamico e indissolubile. Esso quindi sottintende
anzitutto la pari dignità degli sposi. Tutta la storia della Chiesa, secondo
Agnoli, tende a salvare la pari dignità della donna con l'uomo. Innalzando per
esempio l'età del matrimonio della donna (per i romani generalmente era di
dodici anni). Inoltre è stata sempre avversata l'abitudine dei matrimoni
combinati o forzati, in cui spesso era vittima la donna.
“La battaglia della Chiesa per la fedeltà coniugale, -
scrive Agnoli - per il pudore, per l'autocontrollo degli istinti,
soprattutto maschili, per la santità del matrimonio, oltre che liberare l'uomo
da una concezione animalesca del rapporto sponsale, ebbe quindi l'effetto di
nobilitare e liberare la donna”.
Sono interessanti le informazioni di Agnoli sulla vita delle donne
rimaste vedove. Si intrattiene su certe barbare usanze diffuse in India
o in Africa centrale. C'è una cittadina dell'India dove da 500 anni è
rifugio delle donne spogliate di tutto, che se va bene vivono di elemosine e
offerte. Qui le vedove, impossibilitate a risposarsi, diventate un peso, per le
loro famiglie d'origine,“si ritrovano a vagare come fantasmi tra i templi
per guadagnarsi da vivere”. Peraltro molte sono giovanissime, perchè andate
in sposa da bambine a uomini più vecchi. La concezione cristiana della donna
modifica anche quella delle prostitute. Agnoli ricorda che la Chiesa ha fondato
diversi istituti, enti specializzati per riscattare le prostitute. Penso al
beato Faa di Bruno, nella Torino liberale e massonica dell'800.
Ultimo il grande lavoro svolto da don Oreste Benzi, che ha
liberato circa seimila ragazze dalla schiavitù della prostituzione.
Agnoli in conclusione punta la sua attenzione sulla folla di donne
protagoniste grazie al cristianesimo, a cominciare dalle sante martiri, a cui
vengono dedicate intere chiese: Tecla, Agata, Agnese, Cecilia, Lucia. E
poi le numerose aristocratiche dei primi secoli, che convertono i loro mariti: Clotilde,
Teodolinda, Teodasia, Fabiola, Olimpia, Olga, Edvige. Agnoli per una
maggiore conoscenza dell'argomento, non può che rinviare agli studi della
grande storica francese Regine Pernoud.
E poi nel 4° capitolo, affronta, il grande apprezzamento del
cristianesimo dei bambini. Nel mondo antico erano considerati delle cose, degli
oggetti, che potevano tranquillamente essere messi da parte. Tra l'altro,
Agnoli fa riferimento al diffuso infanticidio della Cina di oggi, citando il
libro, “Strage degli innocenti. La politica del figlio unico in Cina(
Guerini e Associati, 2009)
La Chiesa con tutti gli orfanotrofi e istituti fondati per assistere i
tanti bambini abbandonati, ha una storia secolare, in difesa dei bambini,
possiamo ricordare la grande generosità di Madre Teresa di Calcutta, che ha
lottato contro l'aborto: dateli a me i bambini che volete abortire.
Il cristianesimo ha abolito gradualmente la schiavitù, che era un dato di
fatto, una ovvietà con cui convivere. A questo proposito, Agnoli tiene a
precisare:“il Vangelo non è paragonabile a una moderna ideologia, che si
propone anzitutto il rovesciamento di una data realtà, attraverso la presa del
potere; non ha nulla a che vedere con la rivoluzione francese, o comunista,
condotte attraverso la lotta violenta dei pochi contro molti, col fine utopico
di eliminare, completamente, dalla faccia della terra, il male, edificando il
Paradiso qui sulla terra”.
Il Vangelo, invece, propone un cambiamento, una conversione del cuore,
una “buona novella”, alla quale si può aderire o meno, liberamente. Tuttavia,“San
Paolo non predica la libertà degli schiavi, e neppure la loro ribellione”.
Agnoli, insiste:“Paolo non è, insomma, un rivoluzionario, un Karl Marx, o
un Lenin, o un Stalin, ante litteram[...]”.
La Chiesa non è ingenua, conosce l'animo umano, sa che non può cambiare
immediatamente certe abitudini millenarie. Tuttavia, scrive Agnoli:“[...]anche
i cristiani, prima di diventare tali, prima di convertirsi, sono stati pagani,
o comunque imbevuti di cultura pagana, e a causa della loro educazione e
mentalità millenaria non possono non ritenere la schiavitù qualcosa di normale.
E' comprensibile dunque che neppure i cristiani ritengano, tutti e subito, che
questo antico istituto sia completamente da abolire”. Pertanto,“l'opera
della Chiesa è allora quella di trasformare gradualmente lo schiavo in servo,
e, quando è possibile, in uomo completamente libero[...]”.
La schiavitù come fenomeno di massa, scompare del tutto nel Medioevo, ma
ricompare all'alba dell'era Moderna. E qui il nostro affronta il tema della
schiavitù dei neri traghettati dall'Africa verso le colonie europee
dell'America del Nord e del sud. Anche qui vengono sfatati alcuni luoghi
comuni, tenendo conto naturalmente dell'epoca in cui si è. Come sempre gli
avvenimenti storici occorre guardarli mai con gli occhi di oggi.
Agnoli in questo capitolo analizza la differenza della colonizzazione
spagnola cattolica, da quella inglese protestante. In questa fase dà conto del
ruolo importantissimo della Chiesa cattolica attraverso i numerosi missionari
che hanno operato per evangelizzare quei territori appena conquistati. Agnoli
non evita di trattare la discussa relazione, di Bartolomeo Las
Casas, sulle violenze vere o presunte degli spagnoli.“In verità
analizzando i fatti, si dovrebbe dare dell'opera del Las Casas, una lettura
alquanto diversa da quella corrente[...]”.
Interessante il capitolo sui sacrifici umani, la stregoneria e la magia.
Uno degli effetti più significativi dell'avvento del Cristianesimo in Europa è
la scomparsa del sacrificio animale e umano. Naturalmente Agnoli si sofferma
sui barbari sacrifici umani di massa degli aztechi, ben rappresentati da Mel
Gibson, nel celebre film Apocalypto. I cristiani distruggono gli
idoli di sangue e contrastano la magia, astrologia e la stregoneria, che
limitano pesantemente la libertà degli uomini, nello stesso tempo “pongono
le basi per lo sviluppo della civiltà occidentale, della scienza e della
medicina, che mai potrebbero nascere in un mondo dominato dalla paura degli
spiriti e dall'animismo, sempre oppressivo, allora come oggi, della dignità
umana”.
Nel 9° capitolo si affronta il tema della stregoneria, nella storia, ma
anche nell'attualità, con riferimenti a quel mondo drogastico americano dei
vari santoni del LSD, degli anni '60, e con la rivoluzione psicadelica.
Nel 12° capitolo affronta il tema della ricerca della pace da
parte della Chiesa. Sempre uno sguardo alla storia, con numerosi riferimenti ad
autorevoli studiosi, Agnoli offre un quadro sintetico sulle guerre, del
comportamento degli uomini di Chiesa nei vari periodi storici. Non meno interessante, il quadro
offerte sulle eresie, come minacce alla pace e alla vita sociale dell'Europa
cristiana. Qui Agnoli dà conto del collegamento tra le eresie medievali, i
vari millenaristi apocalittici con alcuni fenomeni filosofici presenti
nel Novecento. Interessanti i collegamenti con la furia distruttrice
delle due ideologie naziste e comuniste. Anche qui Agnoli, fa riferimento a
studiosi che hanno esaminato il fenomeno, come il russo Igor Safarevic e lo
storico ebreo Norman Cohn.
Concludo con una domanda che l'autore si è posta nel 14° capitolo: “come
l'Europa cristiana è stata il luogo d'origine della scuola per tutti,
dell'università, della scienza, e della medicina moderne, oltre che
dell'istituzione ospedaliera? Come mai queste realtà non sono nate in Asia, o
in America o in Africa o in Australia?”. Secondo Agnoli, qualsiasi storico
onesto sa molto bene “che ogni
effetto ha la sua causa”, pertanto la sua nascita in Europa, “non può
essere casuale e fortuita”.
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