di Marco Di Matteo
Il 5 maggio 1981 moriva appena trentottenne il grande filosofo Emanuele
Samek Lodovici (i cui scritti sono reperibili sul sito www.emanuelesameklodovici.it), che Augusto Del Noce
riconosceva già come un vero maestro e Gaspare Barbiellini Amidei come uno dei
maggiori pensatori contemporanei. La sua testimonianza esistenziale e morale e
il suo contributo speculativo continuano a suscitare ammirazione e ad
alimentare la riflessione sulle cause della corruzione sia del modus cogitandi
sia del modus agendi dell’uomo contemporaneo.
La fama di Samek è legata soprattutto al volume, ormai divenuto un classico,
Metamorfosi della gnosi. Quadri della dissoluzione contemporanea, Ares 1979. In
esso Samek mostra come la rivolta contro il reale e contro la natura umana
messa in atto dagli utopismi ideologici moderni trovi le sue radici nell’antica
gnosi.
Samek presenta la gnosi contemporanea come un attacco multiforme al
cristianesimo; in modo originale egli distingue due forme di attacco:
macrostrutturale e microstrutturale. La forma macrostrutturale rappresenta
un’aggressione frontale ai principi del cristianesimo, un tentativo di dissoluzione
interna dei suoi contenuti dogmatici. Il secondo tipo di attacco è invece
rivolto ai portatori dei principi cristiani ed ha come bersaglio la prassi
concreta del comportamento cristiano, allo scopo di instaurare un nuovo senso
comune e costruire un nuovo modo di percepire la vita, di parlare, di
comunicare, di vivere le relazioni familiari e la propria mascolinità e
femminilità. Nel mondo contemporaneo un ruolo determinante nella diffusione di
questa mentalità neognostica lo svolgono i mezzi di comunicazione di massa.
Tuttavia, gli orizzonti dell’impegno intellettuale di Samek non si riducono
all’indagine sulla gnosi contemporanea. Un recente volume curato per Ares da
Gabriele De Anna (docente di filosofia presso le Università di Bamberg in
Germania e di Udine) intitolato L’origine e la meta, ha cercato di ricostruire
e presentare in modo esaustivo, attraverso i contributi di diversi specialisti,
i temi della riflessione di Samek, che possono essere ricondotti a tre filoni
principali: quello accademico e specialistico, rivolto soprattutto al
neoplatonismo e a sant’Agostino, quello della critica alle derive della cultura
postillumistica e neognostica, quello della passione pedagogica e didattica,
che rendevano le sue lezione, come ricorda una sua ex allieva, incandescenti
come colate d’oro.
Samek considerava il recupero della memoria storica come uno dei principali
antidoti alla dissoluzione contemporanea, caratterizzata soprattutto dal
tentativo di allontanare l’uomo da ogni contatto con le sue radici. La memoria
storica è specialmente memoria dell’origine e l’origine rappresenta anche la
meta, in quanto, in una prospettiva metafisica, la causa prima è anche il
termine a cui tende il divenire cosmico e quindi la vita umana. La memoria
storica, agli occhi di Samek, ha una forte valenza liberatoria, perché ci aiuta
ad affrancarci dalla dittatura del presente, dalla tentazione di considerare lo
stato presente come irreformabile e il futuro come ineluttabile.
Inaugura la raccolta di questi studi un interessante inedito di Samek
intitolato “Educarsi all’intelligenza”, in definitiva educarsi alla vita
feconda e riuscita, trascrizione dell’ultima conferenza pubblica del giovane
maestro, tenuta 40 giorni prima della prematura scomparsa. Si tratta di un
testo in cui trovano una mirabile confluenza da un lato il vigore teoretico di
Samek, dall’altro la sua passione pedagogica e divulgativa, che lo portava a
non separare mai la dimensione speculativa dall’impegno di perfezionamento
morale.
Dopo l’inedito, i diversi contributi vengono disposti secondo un criterio
sistematico: il primo, ad opera di Ariberto Acerbi, affronta il tema della
cultura e del nuovo illuminismo nel pensiero di Samek. Dall’indagine di Acerbi
emerge chiaramente come nella riflessione di Samek, accanto alla pars
destruens, non manchi mai la pars construens. In tal senso, interessante
risulta la proposta di un nuovo illuminismo, che superi il riduzionismo
antropologico dell’illuminismo moderno e recuperi l’apertura metafisica della
ragione e la dimensione spirituale dell’uomo.
Per Samek, «l’atteggiamento tipico dell’uomo religioso» riconosce che «il mondo
e gli oggetti sono gratis dati, segno di una creazione che non ha alcuna
finalità pratica, e il cui valore è costituito appunto dal fatto che non serve
ad alcunché e che proprio per questo è il segno di uno splendore, quello di
Dio». Seguono al contributo di Acerbi, il saggio di Alessandro Ghisalberti sul
concetto di abisso nelle Confessioni di Agostino, quello di Maria Bettetini
sulla metafisica agostiniana, e quello di Paolo Pagani sugli aspetti
antignostici del pensiero di Plotino nell’interpretazione di Samek.
Si tratta di interventi ispirati soprattutto ai contributi storico-filosofici
del giovane filosofo, in particolare alla corposa monografia che gli valse la
cattedra di Filosofia morale, ossia Dio e mondo. Relazione, causa, spazio in S.
Agostino. In questo fondamentale studio Samek mostra, contro ogni forma di
panteismo, come il mondo non si identifichi con Dio, ma anche come il rapporto
Dio-mondo non sia riconducibile al rapporto causa-effetto, alla stregua del
rapporto tra artigiano e opera d’arte. Mentre l’opera d’arte, una volta
realizzata, vive di vita indipendente dall’artista e dalla sua azione, il
creato continua a sussistere grazie al Creatore e al suo sostegno continuo.
Dal quinto saggio in poi l’attenzione si sposta sulle questioni teoretiche
maggiormente sviluppate da Samek: Angelo Campodonico esamina la nozione di
gnosticismo come rifiuto del finito e della distinzione degli ambiti del
sapere; Antonio Allegra si sofferma sulla matrice gnostica delle posizioni
postumanistiche contemporanee; Lucetta Scaraffia individua il rapporto genetico
tra neognosticismo e femminismo radicale, negatore della differenza tra
maschile e femminile, con evidenti tratti precorritori della recente teoria del
“gender”, di cui Samek è riuscito a cogliere ante litteram il nucleo
essenziale, che consiste nel rifiuto di ogni differenza polare fra i due sessi.
Francesco Russo confronta l’analisi di Augusto Del Noce sulle radici
filosofiche neognostiche della moderna società opulenta con quella condotta da
Samek in Metamorfosi della gnosi; Gabriele De Anna presenta gli aspetti di
attualità della riflessione politica di Samek che fornisce utili spunti per
sviluppare una filosofia della storia e della politica ispirata alle categorie
del pensiero classico.
Di grande attualità risulta il saggio di Matteo Negro, che si sofferma sul
rapporto tra religione e ragionein Samek, con particolare riferimento al
processo di decomposizione del cattolicesimo contemporaneo, imputabile in gran
parte ad una sorta di suicidio messo in atto dall’intellighentia cattolica,
che, nel ‘68, afferma Samek, «di fronte alla frantumazione della cultura
accademica […], di fronte all’evidente crisi della civiltà acristiana con i
suoi miti della tecnologia sempre buona, dell’industrializzazione salvatrice,
della produzione per il consumo […] credette che le urla dei contestatori
fossero la vox populi e […] trasferì la crisi del pensiero laico all’interno
del proprio mondo, e quel mondo entrò effettivamente in crisi».
Di matrice gnostica è senz’altro, infatti, «il disprezzo per gli aspetti
istituzionali della Chiesa, per l’autorità, e di conseguenza l’esaltazione
dello spontaneismo, della libertà e della coscienza […]; il disprezzo per i
processi del pensiero umano, per la mediazione concettuale […] rimpiazzata da
un atto di fede sentimentale». La raccolta termina con il saggio di Danilo
Castellano, che mostra con straordinaria chiarezza la matrice gnostica
dell’utopia rivoluzionaria contemporanea.
Da questo breve resoconto dei ricchi contenuti della raccolta di saggi in onore
di Samek, emerge come l’opera del giovane filosofo rappresenti una valida guida
per una comprensione profonda di importanti aspetti teorici che stanno a monte
del pensiero e della prassi del mondo contemporaneo, sia in forza delle
rigorose ed approfondite analisi, sia in virtù delle tesi propositive, sempre
basate su solide argomentazioni. Donde appare auspicabile che quanti si trovano
a operare in settori nevralgici della cultura e della politica possano giovarsi
della lettura delle sue opere e degli studi a lui dedicati.
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