di Domenico Bonvegna
L'uomo moderno non conosce
il silenzio, anzi spesso ha paura del silenzio. Eppure l'uomo, anche chi non è
cristiano, ha estremamente bisogno del silenzio. Soltanto che in questo mondo
postmoderno rumoroso e confuso è difficile, non è facile trovare spazi di
silenzio, talvolta neanche nella Chiesa. Che dire delle tante, troppe,
celebrazioni svolte nella confusione e nel rumore all'interno dei templi di
Dio? Allora bene venga uno strumento per riscoprire il silenzio, un ottimo
libro: “La forza del silenzio”, dal sottotitolo significativo: “Contro
la dittatura del rumore”, si tratta dell'ultimo libro del Cardinale Robert
Sarah, scritto insieme a Nicolas Diat, giornalista e scrittore, con una
prefazione d'eccezione del Papa emerito Benedetto XVI. Il saggio
è stato pubblicato nei mesi scorsi dalla casa editrice Cantagalli.
Nel retro della copertina si
scrive: “In un'epoca sempre più rumorosa, in cui tecnica e consumismo
irrompono nella nostra vita, è senza dubbio una follia voler scrivere un
libro dedicato al silenzio. Eppure, il mondo fa tanto di quel rumore che la
ricerca di qualche goccia di silenzio diviene ancora necessaria”.
Il testo si avvale anche
della collaborazione di Dom Dysmas De Lassus, Priore del “Grande
Chartreuse” e Ministro generale dell'ordine dei certosini, fondato da
San Bruno nel 1084.
Il libro di monsignor Sarah
è un inno al silenzio, leggendolo ci permette di fare un cammino di alta
spiritualità, anche se siamo seduti davanti alla nostra scrivania, ci fa
vivere, qualche ora di vita silenziosa, come in un eremo dei frati certosini.
“La forza del silenzio” rappresenta un ottimo alimento spirituale per chi
intende disintossicarsi della vita moderna che difficilmente lascia spazio al
silenzio. Nella prefazione il Papa emerito scrive:“Dobbiamo essere grati a
Papa Francesco di avere posto un tale maestro dello spirito alla testa della
Congregazione che è responsabile della celebrazione della Liturgia nella
Chiesa[...] Pertanto, “Con il cardinale Sarah, un maestro del silenzio e
della preghiera interiore, la Liturgia è in buone mani”.
Il libro del Prefetto della
Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti,
è nato all'interno della Grande Certosa, nelle Alpi francesi, insieme al Priore
Generale Dom Dysmas. In questo mondo pieno di spiritualità, tra il canto
gregoriano certosino, dove le anime si abbandonano a Dio e per Dio, nasce il gioiello
che ci ha donato il cardinale africano. E' incantevole la descrizione che fa
del luogo Nicolas Diat nell'introduzione:“Alla fine dei vespri, i monaci
intonano il Salve Regina solenne […] Fuori, era scesa la notte e le fioche luci
del monastero finivano di fermare il tempo. Il silenzio era rotto soltanto
dallo scivolare lento della neve che cadeva dai tetti. La nebbia sembrava
risalire dal fondo della stretta valle e gli scuri fianchi della montagna
avevano un che di straordinariamente dignitoso e triste”. Il giornalista,
immerso nel “cuore di questa geografia mistica”, ricorda una frase del
fondatore dei certosini, San Bruno: “Qui, per la fatica del
combattimento, Dio dona ai suoi atleti la ricompensa desiderata, cioè la pace
che il mondo ignora, e la gioia nello Spirito Santo”.
Il saggio è composto di soli
cinque capitoli, ma tutti abbastanza corposi. Nel 1° si riflette su “Il
silenzio contro il rumore del mondo”. Importante coltivare il silenzio
per essere davvero con Dio.“Nessun profeta ha mai incontrato Dio senza
ritirarsi nella solitudine e il silenzio”. Attenzione il cardinale, non
parla “unicamente di una solitudine o di uno spostamento geografico, ma di
uno stato interiore. Non è sufficiente tacere. Bisogna diventare silenzio”.
Peraltro per il cardinale per trovare Dio è indispensabile il silenzio.“E'
necessario uscire dal tumulto interiore per trovare Dio. Nonostante
l'agitazione, il commercio, il facile piacere, Dio rimane silenziosamente
presente”.
Tuttavia questo silenzio si
può trovare dentro noi stessi, nel nostro cuore. Monsignor Sarah, fa
un'affermazione di grande spessore:“Non ho timore di affermare che i falsi
sacerdoti della modernità, che dichiarano una specie di guerra al silenzio,
hanno perduto la battaglia. Poiché possiamo restare silenziosi in mezzo alla più grande confusione,
all'agitazione più abietta, in mezzo al chiasso e allo stridore di queste
macchine infernali che spingono al funzionalismo e all'attivismo e che ci
allontanano da ogni dimensione trascendente e da ogni forma di vita interiore”.
Ma come possiamo definire il
silenzio?
Un'assenza della parola, del rumore, del suono?
Per il cardinale, “il
silenzio non è un'assenza. Al contrario, è la manifestazione di una presenza,
più intensa di qualsiasi altra presenza”. E poi secondo Sarah, “Le vere
domande della vita si pongono nel silenzio”. A questo proposito sono
significative le parole pronunciate da Benedetto XVI, per l'ottavo centenario
della nascita di Papa Celestino V:“viviamo in una società in cui ogni
spazio, ogni momento sembra debba essere 'riempito' da iniziative, da
attività, da suoni; spesso non c'è il tempo neppure per ascoltare e per
dialogare. Cari fratelli e sorelle! Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e
dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di dio,
ma anche la voce di chi ci sta accanto, la voce degli altri”.
Per comprendere la
preziosità del silenzio il cardinale Sarah ci invita a riflettere sull'episodio
evangelico della visita di Gesù a Marta e Maria. C'è un apparente
contrasto tra le due donne, una troppo attiva e l'altra passiva. Così avviene
nella nostra vita religiosa.“In realtà – afferma monsignor Sarah – Gesù
sembra indicare i contorni di una pedagogia spirituale: noi dobbiamo sempre
vigilare per essere Maria prima di diventare Marta. Altrimenti,
rischiamo di impantanarci in un attivismo e un'agitazione le cui conseguenze
sgradevoli affiorano chiaramente nel brano evangelico: il panico, la paura di
dover lavorare da soli, l'atteggiamento dissipato, l'irritazione di Marta nei
confronti di sua sorella, la sensazione che Dio ci lasci soli senza intervenire
in modo efficace”.
Pertanto è fondamentale che
ogni attività deve essere preceduta da un'intensa vita di preghiera, di
contemplazione, di ricerca e di ascolto della volontà di Dio. E nella lettera
apostolica Novo Millennio Ineunte, Giovanni Paolo II ci ricorda
che “il nostro tempo di continuo movimento che giunge spesso fino
all'agitazione, col facile rischio del fare per fare. Dobbiamo resistere a
questa tentazione, cercando di essere prima che di fare”.
L'uomo non può incontrare
Dio in verità che nel silenzio e nella solitudine, interiore ed esteriore. Più
potere possediamo “e più dobbiamo progredire nell'umiltà e coltivare con
cura la dimensione sacra della nostra vita interiore cercando di vedere il
volto di Dio nella preghiera, nell'orazione, nella contemplazione e
nell'ascesi”. E a questo proposito il cardinale ammonisce i propri
confratelli che talvolta presi dal proprio potere, dai bisogni materiali, dal
desiderio di prestigio, di promozioni, rischiano di nuocere a se stessi e al
gregge a loro affidato.”Corriamo tutti di essere monopolizzati dagli affari
e dalle preoccupazioni del mondo se trascuriamo la vita interiore, la
preghiera, l'orazione, lo stare ogni giorno faccia a faccia con Dio, l'ascesi
necessaria a ogni contemplativo e a ogni persona che vuole vedere l'Eterno e
vivere con Lui”.
Nella vita quotidiana, sia
profana che religiosa, il silenzio esteriore è necessario. Thomas Merton,
scrive che “il silenzio è necessario per denunciare e riparare la
distruzione e i danni provocati dal 'peccato' del rumore”. Nel mondo
moderno regna la litigiosità, le offese, le critiche o semplicemente le
chiacchiere. Talvolta a questo mondo di confusione e di depravazione, si
associano anche i cattolici, “che penetrano nella Babele delle voci, in
certa misura si costringono all'esilio dalla città di Dio. La Messa diventa un
baccano confuso; la preghiera, un rumore esteriore o interiore – la ripetizione
frettolosa e meccanica del rosario”.
Merton ci consiglia di non
rassegnarsi a vivere in questa società“sovraccarica di attività e affogata
nel rumore delle macchine, della pubblicità, della radio e della televisione
che chiacchierano senza sosta”. Cosa possono fare i cristiani? “Coloro
che amano Dio devono cercare di preservare o di creare l'atmosfera in cui
potranno trovarlo.I cristiani dovrebbero avere delle famiglie calme, perchè il
loro corpo così come la loro casa è un tempio di Dio”. Inoltre secondo
Merton, occorre, “abituare i nostri bambini a non urlare troppo. I bambini
sono per natura silenziosi, se li si lascia in pace, poiché se li si stuzzica
fin dalla culla diventeranno cittadini di uno stato in cui tutti urlano”.
Ed io che insegno alla primaria ne so qualcosa.
“Il silenzio della vita
quotidiana è una condizione indispensabile per vivere con gli altri. Senza la
capacità del silenzio, l'uomo non è capace di ascoltare coloro che stanno
vicino, non è capace di amarli e di comprenderli”.
Il cardinale Sarah è
convinto che viviamo in una dittatura del rumore. “Quante
persone sono obbligate a lavorare in una agitazione che li angoscia e le
disumanizza? Le città sono diventate fornaci ardenti in cui neanche la notte è
risparmiata dalle aggressioni sonore. Senza rumore, l'uomo postmoderno cade in
un'inquietudine sorda e lancinante. E' abituato a un rumore di fondo
permanente, che lo rende malato e lo rassicura”. Il rumore ormai per l'uomo
d'oggi è diventato come una droga. “Assomigliando ad una festa, il rumore è
un vortice che impedisce di guardarsi dentro”. Pertanto, “l'agitazione
diventa un tranquillante, un sedativo, una siringa di morfina, una specie di
sogno, di onirismo senza consistenza”. Ma attenzione per il cardinale, “questo
rumore è una medicina pericolosa ed illusoria, una menzogna diabolica che
permette all'uomo di scappare senza confrontarsi con il proprio vuoto
interiore. Il risveglio non può che essere brutale”.
A volte abbiamo la
sensazione che “il silenzio sia diventato un'oasi irraggiungibile”. “Che
diventerà il nostro mondo se rinuncia a cercare spazi di silenzio?”Ecco
perchè oggi dobbiamo entrare in una forma di resistenza su tutti i fronti della
nostra società. Anche nella musica occorre fare pulizia, bisogna scegliere,“la
grande musica”, non quella “volgare”. Perchè senza “buon gusto si
suona nel brusio, in mezzo alle urla e al baccano, un'agitazione diabolica ed
estenuante”. Questo tipo di musica, che vediamo e ascoltiamo spesso nei
vari happening giovanili,“rende l'uomo sordo, lo rende ebbro di vuoto, di
confusione e di disperazione”. Naturalmente qui non si possono trovare la
purezza, l'eleganza, l'elevazione dello spirito e dell'anima, quando ascoltiamo
in silenzio Mozart, Beethoven o un canto gregoriano.
E anche qui, il cardinale
usando parole forti, può dire:“Con un'arroganza funesta, la modernità esalta
l'uomo ubriaco d'immagini e di slogan rumorosi e uccide l'uomo interiore”.
E in merito al parlare a
sproposito, il cardinale si rifà a San Giacomo che paragona la
lingua al timone di una nave. “E' un piccolo pezzo di legno che permette,
però, di dirigere tutta l'imbarcazione. L'uomo che tiene a freno la sua lingua
controlla la sua vita, come il marinaio controlla la nave. Al contrario, l'uomo
che parla troppo è una barca impazzita”. Infatti secondo Sarah,“il
chiacchierone è lontano da Dio e da qualsiasi attività. Tutta la sua vita
scorre sulle sue labbra e scorre via in fiotti di parole che trascinano con sé
i frutti sempre più poveri del suo pensiero e della sua anima”.
Il cardinale continua nella
sua esposizione coraggiosa e soprattutto controcorrente: “Oggi sono la
parola facile e l'immagine volgare a dominare molte esistenze. Ho la sensazione
che l'uomo moderno non sappia più fermare la fiumana ininterrotta di parole
retoriche, falsamente morali, e il bisogno bulimico di icone adulterate. Il
silenzio delle labbra sembra impossibile
agli uomini dell'Occidente […] Gli schermi luminosi hanno bisogno di un
nutrimento pantagruelico per distrarre l'umanità e distruggere le coscienze. Il
fatto di tacere sembra indice di debolezza, d'ignoranza o di mancanza di
volontà. Nel regime moderno, l'uomo silenzioso diviene colui che non è capace
di difendersi. E' un sub-uomo. A contrario, l'uomo che si proclama forte è un
essere fatto di parole. Schiaccia e affoga l'altro con i suoi fiumi di parole”.
Monsignor Sarah non
risparmia forti critiche ai sacerdoti, infedeli alle promesse della loro
ordinazione. Che non smettono mai di parlare per far conoscere e imporre la
loro visione personale che ripetono spesso le stesse banalità. Sacerdoti che
“continuano a parlare e ai media piace ascoltarli per diffondere le loro
stupidaggini se si dichiarano a favore delle nuove ideologie post-umane, nel
campo della sessualità, della famiglia e del matrimonio”.
E citando Jean Guitton,
ripete che in questo momento c'è un grande turbamento nel mondo e nella Chiesa,
“all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo
non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del
cattolicesimo diventi domani il più forte”.
Dobbiamo fermarci certamente
ritorneremo a riflettere sul prezioso strumento offertoci dal grande cardinale
Robert Sarah.
Ciao sig. E sig.ra
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Cordiali saluti
Sig.ra Daniela Petrucci