di Leopoldo
Attolico
Caro
Guglielmo, quello che mi impressiona favorevolmente in questo tuo lavoro è la
tua attitudine / impegno gnoseologico di andare oltre te stesso, oltre le
tue/nostre apparenze, oltre il codificato / omologato dalla Storia e dalla
letteratura, dalla filosofia ecc. Realtà, sogno, utopia chiamati con il loro
nome: la tua capacità definitoria ( mai apodittica ) delinea i vari referenti,
i riferimenti culturali, interagisce con il tuo sguardo profondamente umano e
approda ad una luminosa problematicità: il nostro essere al mondo fedeli ad una
idea di Bellezza e di Spiritualità in continuo attrito con la negatività che
vorrebbe proscriverle. Credo che questo tuo impegno, così articolato, fervido,
a tratti caloroso e appassionato, delinei in ultima analisi una dichiarazione
di poetica che si fa stupore di esistere e di durare oltre le parole e le
singole loro valenze, in direzione di una "verità"condivisibile,
certamente non peregrina. Il tuo lavoro si configura quindi come opportunità
reale, concreta, di conoscenza, di riflessione, di confronto e di resa; quello
che latita in questa nostra vita spesso - troppo spesso - senza fine, senza
scopo, sempre malgiocata. - A te un grazie e un abbraccio.
Bella lettura questa di Leopoldo Attolico, che brevemente ed efficacemente individua il nucleo fiammante della poetica peraltiana, così straoridnariamente postiva in un'epoca in cui parlare ancora di Sogno, Utopia, Bellezza e altri valori sembra quasi fuori moda, mentre sicuramente l'uomo è di essi che oggi ha più che mai bisogno.
RispondiEliminaPeralta, dunque, sembre rimettere la poesia al suo posto, ricordando quale sia il suo compito precipuo presso gli uomini: ridare speranza, risanare, rifondare.
Di questa sua fede io gli sono grata