di Giovanna Sciacchitano
La
ricerca interiore e la meditazione che
hanno preceduto le due pubblicazioni di Pasquale Attard “Il tuo Regno viene” e
“Dal Califfato al Regno” entrambe edite da Thule, fanno dei versi di questo
autore <<atipico>> un’epifania di luce, in tutto comparabile
all’Epifania del Signore, allo svelamento della Verità, del Divino, “come
condicio sine qua non”, affinchè l’uomo possa uscire dalle tenebre in cui è
avvolto. Nella raccolta Dal
Califfato al Regno, titolo che già auspica un percorso di salvezza,
l’autore definisce con più rafforzata convinzione e passione i temi della sua
poetica e li esprime con un versificare libero e semplice, spesso accompagnato
dalla musicalità delle rime. Strategie metriche, foniche e semantiche mirate
danno rilievo a contenuti il più possibile coerenti con il messaggio poetico
dell’autore.
Questa scrittura lineare in realtà nasconde
una complessità che rimanda ad una filosofia esistenziale e teologica che
regala input al cambiamento. Attard racconta con immagini forti, attraverso
procedimenti retorici causa-effetto finalizzati ad enfatizzare parole chiavi,
l’egocentrismo dell’uomo, in particolare la decadenza morale dei tempi, la
tecnologia che annulla quella spiritualità che dovrebbe far prendere coscienza
dell’indifferenza verso sé stessi e verso il prossimo.
Come
lo stesso poeta scrive nella nota introduttiva al libro <<non è più tempo
d’incertezze nelle nebbie del razionalismo anti-umano…è tempo di decidersi per
Dio o per mammona>>.
L’uomo
ha bisogno di fermarsi, di riflettere e cogliere il messaggio d’amore di Dio,
fonte di rinascita e in questa <<epifania>> divenire un’unica casa
con l’Altissimo in una tensione trascendente che non si esaurisce mai. Come si
evince dalla poesia Incontro:
“… fra sogno e visione,
nella speranza
di germoglianti radici,
fra presente
e ieri
nell’ardente sete
di futuro …….
nella mistica attesa,
dono infinito
del Padre ierante
il finalmente
“Eccomi”
E
da questa fusione nell’Amore nascono sentimenti di speranza e di fiducia in un
tempo migliore. E’ la metafora della vita: la gioia e il dolore, la continua
lotta tra il bene e il male. Una contrapposizione di carattere etico e
spirituale che impone una scelta, il sempiterno binomio buio/luce.
Nelle
poesie di Pasquale Attard è presente una ricca ed eloquente simbologia,
soprattutto collegata alla Storia Sacra e a ragione il poeta augura <buon
viaggio> al lettore che si appresta alla lettura dei suoi versi ; vero
percorso di liberazione dal male.
Infatti, proprio per lo stile icastico usato, l’autore offre rappresentazioni
efficaci che ci portano alle immagini bibliche della Genesi e dell’Apocalisse,
cui Attard fa spesso riferimento. La parola, dunque, che si traduce in
rappresentazione per rimanere fedele all’importanza rivestita dalla Parola
all’interno della Bibbia, rispettando quella che è l’ermeneutica biblica basata
soprattutto sul principio imprescindibile che la Bibbia è libro ispirato da
Dio e pertanto punto di riferimento unico per la fede dei cristiani e per la
loro condotta morale.
Alcuni
versi dalla esplicativa poesia Dal
Califfato al Regno.
la grande Babilonia,
in un attimo
è venuto il tuo giudizio,
...
E’ tempo, adesso,
delle nozze dell’Agnello,
col popol suo
nel modo preparato.
Alleluia, salute,
gloria e potere
al nostro Dio;
dategli lode
voi tutti suoi servi.”
La
vittoria sul male, ci dice Attard, è la sola condizione per l’avvento del Regno
di Dio sul mondo.
Non mancano nella raccolta poesie di intenso lirismo che, a volte,
riducono ad una più terrena umanità, ma non per questo meno nobile, il sentire
di Pasquale Attard, come la poesia <<Concerto del mare>>, dedicata
a Giovanni Falcone, o <<Il canto di mia madre>> o ancora
<<C’era una volta>>, nostalgico ritorno al tempo passato, alla vita
“in bianco e nero”, quando la tecnologia non aveva invaso ogni campo
dell’esistenza e c’era ancora posto per il sogno, unica e vera molla per
realizzare il proprio progetto di vita.
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