di Rosalba Anzalone
Questo volume di 144 pagine,
fresco di stampa, frutto del paziente lavoro di Vittorio Riera, non è
certamente un libro qualsiasi. Sarebbe veramente una distrazione imperdonabile
non accorgersi di Calogero Messina e sarebbe davvero riduttivo chiamare
soltanto canonico il De Gregorio senza guardare ai suoi vasti interessi
culturali che moltiplicano ed ampliano prospettive e messaggi degni di
tutt’altra menzione e diffusione.
Guardando all’autore del
libro io mi permetto però di affermare che tale volume segna per Lui un
passaggio irreversibile nel percorso di scrittura, da un estetismo culturale spontaneo
e generico ad uno sguardo approfondito e più attento alla ricerca di
inquadrature sempre più ampie ed esplicative di natura antropologica e
d’impostazione più moderna
Il Riera approda ad una
analisi dei tratti culturali dei personaggi prescelti attraverso una originale
intervista a Calogero Messina, nella quale usando il rigore metodologico che lo
caratterizza, riesce ad individuare le coordinate del pensiero di De Gregorio
nonché dello stesso Calogero Messina.
Dopo le sue difficili
ricerche coronate da certi successi su pittori della famiglia di Giuseppe Di
Giovanni, nonché sulla poesia del primo novecento e su alcuni fatti particolari
come “L’Istituto Torremuzza” a
Palermo, appare qui un approccio nuovo e indagatore volto ai soggetti di cui si
occupa con tanto impegno e convinzione che sono proprio Calogero Messina e il
can. Domenico De Gregorio. Egli usa funzionalmente l’opera dello stesso Messina
intitolata Il mio dialogo con il Can. De
Gregorio per individuare, prima di tutto, in quella forma dialogica, un
unico obiettivo che traspare chiaramente dalle parole che i due si
scambiano, ove sembra echeggiare il monito dantesco “fatti non foste a viver come bruti…” e si può ravvisare la costante
esigenza dell’uomo che come tale, essere pensante, realizza esperienze, crea
idee e progetta, supera ansie e scrive e progetta.
Sin dalla copertina emergono
i paradigmi che l’autore adotta per la sua indagine che si allarga a vista
d’occhio sull’orizzonte di una umanità che si nutre di storia e di poesia
quanto di scienza e di radici socio-culturali. Attraverso l’intervista a
Calogero Messina e il dialogo di quest’ultimo con il canonico De Gregorio egli
coglie non la diversità di opinioni ma una sostanziale vicinanza d’intenzioni
rivolte al miglioramento del PROGETTO-UOMO. Così da una ricerca di verità che
radica nella scienza le ragioni della stessa
esistenza, si passa ad una ricerca che partendo da una componente di
ascolto attento si colloca in una attualità non cruda e non cruenta tutta
tesa ad una elevata e solidale
spiritualità.
L’idea che l’uomo debba
costantemente migliorarsi non è per la verità nuova ai pedagogisti e ai
sociologi, senza contare l’esercito di antropologi che, con parole diverse,
hanno sottolineato l’esigenza umana di mettere insieme pensieri ed esperienze
che riguardano l’uomo e da cui è derivata nel tempo l’evoluzione e, a volte la
corruzione, della stessa cultura umana.
Vittorio Riera partendo da
quello che il Messina ha scritto nell’introduzione del Dizionario storico dei comuni della Sicilia e nel Discorso sulla
storia, afferma che il Messina è riuscito bene a mantenere l’unità e
l’unitarietà dell’opera; egli è severo con chi scrive storpiature della storia, ma nulla
in Messina è – secondo Riera – fuori
posto o superfluo, anche quando si parla di sillogi poetiche. Tutt’al più
cambia lo stile o la scrittura che si manifesta in forma di domanda filosofica
o di conoscenza scientifica determinata, ma il tutto serve a definire in modo
originale i rapporti tra concetti come quello tra storia e poesia; originale è,
secondo Riera, l’idea che il Messina esprime del romanzo istorico ove si
raggruppano documenti ma anche esperienze visive e ricordi propri o di altri.
Fuori dal cliché letterario consueto, appare infine al Riera il richiamo del
Messina alla casa come santuario degli affetti e dei ricordi, messaggio
certamente controcorrente. Il Riera non disdegna o evita di scendere nell’esame
dei due documenti citati in premessa e cioè l’introduzione al Dizionario citato.
e il dialogo tra Messina e De Gregorio per individuare ciò che può interessare
gli scrittori oggi e che può essere raccolto e attualizzato dalla lettura
dell’opera del Messina. È per quanto detto che l’opera di Vittorio Riera si
raccomanda da sé.
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