di Alberto Maira
Nella prefazione al corposo volume “la famiglia in Italia dal divorzio al gender”,
Massimo Gandolfini, il grande leader dei Family day e portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, ricorda
come “ il libro affronta – in modo molto
ben documentato – la recente storia della famiglia, « dal divorzio al gender
».Uno spazio temporale che ci ha visto tutti, in modi certamente diversificati,
ma tutti protagonisti. È certamente presente un « filo rosso » che collega i
vari fatti, dal 1970 a oggi: i decenni che stiamo vivendo, orfani –
ringraziando Dio – di guerre combattute con armi, sono contrassegnati da una
scelta culturale, politica e sociale che tanto efficacemente il Santo Padre
Francesco ha definito « una guerra mondiale contro la famiglia »”.
Se nella storia non
esistono semplicistici determinismi, non vi può essere dubbio però che stiamo
vivendo un’epoca di avversione profonda, talvolta violenta e altre volte subdola nei
confronti della famiglia, sia a livello ideologico sia a livello della
vita vissuta. Si tratta di un odio all’istituto familiare che tocca il piano
esistenziale, culturale, sociale anzitutto, ma anche politico e giuridico.
Il libro ripercorre l’iter storico di questa aggressione,
cominciando dal Sessantotto e in particolare dall’introduzione della legge
del 1970 sul divorzio che porta il nome dei deputati Loris Fortuna e Antonio
Baslini, per arrivare al gender e alle unioni civili, grazie alle quali si
permette di definire famiglia ciò che famiglia non è, e non potrà mai essere.
Nella prima parte,
Marco Invernizzi, storico che ha pubblicato diverse opere sulla storia italiana
e della Chiesa ( mi piace qui ricordare tra le tante, quelle su Luigi Gedda e
su S.Giovanni Paolo II) , reggente
nazionale di Alleanza Cattolica, conduttore da molti anni di Radio Maria, esamina il processo politico e culturale che
ha progressivamente eroso la centralità della famiglia in Italia fino
all’esplicita avversità e al considerarla come una delle
possibili espressioni affettive, da famiglia a famiglie. Nella seconda
parte, Giancarlo Cerrelli, giurista fine e attento, brillante conferenziere,
esponente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani e del Centro Studi Rosario
Livatino, affronta il percorso legislativo e giuridico con il quale la
cellula fondamentale della società è diventata una semplice somma di individui.
L’analisi realistica
dei fatti non induce tuttavia alla perdita della speranza. La famiglia fondata
sul matrimonio rimane un desiderio di ogni persona, anche se non sempre
espresso in maniera consapevole. Il testo non vuole essere solo una rassegna –
seppur chiarissima - di un itinerario distruttivo della cellula fondamentale
senza la quale crolla la società e si brucia il futuro di un popolo, ma intende
offrire uno strumento a una battaglia
tutta da vivere con serenità anche se non
senza preoccupazioni. Essere contributo per un impegno di ricostruzione di
quanto distrutto da un vero e proprio tsunami da decenni pensato, fortemente
voluto e che si è fatto forte anche della connivenza di tanti che avrebbero
dovuto e potuto opporre resistenza e dare forza a chi ha combattuto tra mille
difficoltà una battaglia che qui studia il “caso italiano” ma che ha caratteri
epocali e mondiali. Si tratta di uno strumento che non dovrebbe mancare nelle
case di operatori religiosi e culturali, di uomini politici di buona volontà, di
educatori, psicologi e sociologi attenti e sensibili.
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