di Alberto Maira
Un massificante egualitarismo che
ha omologato l’esistenza degli uomini travolgendo la vita di interi popoli con
un appiattimento soffocante, sposo e figlio insieme, di un relativismo dalle fosche tinte ciniche
e annichilenti, ha reso irrespirabile e invivibile il clima del nostro mondo,
delle nostre città, dalle megalopoli ai villaggi apparentemente più sperduti ma
ormai raggiunti dal rullo compressore di dinamiche massmediatiche, che ti
inseguono ovunque, pronte a massacrare la ricchezza di ogni identità e gli
spazi di ogni libertà concreta.
Tommaso Romano è un educatore e uno
scrittore palermitano, che ha fatto della propria esistenza sin da piccolo, un
soldato al servizio di valori non negoziabili, di battaglie difficili ma di
alto profilo. E la non negoziabilità dei valori ai quali ha dedicato e continua
a dedicare ogni giorno della sua vita da vero e proprio “milite” non sta nel
partito preso di ideali frutto di una scelta ideologica partigiana ma dalla
adesione a quella “verità delle cose” senza la quale l’ esistenza umana diviene
non-senso e disperazione. E dolore, disperazione e distruzione sono il volto
trascinato e trascurato di parte considerevole dell’umanità contemporanea.
L’assalto alla “verità delle cose”, per usare un termine del filosofo Josef
Pieper, si è rivelato un assalto all’amore di Dio per l’uomo con conseguenti diabolici risultati della
costruzione di un mondo senza Dio quindi senza pace, senza Dio quindi senza
gioia, senza Dio quindi privo di significati.
In Elogio della Distinzione, l’autore, ci offre itinerari di possibile
fuoriuscita dal terreno melmoso della
piattezza e del vuoto valoriale. Indicandoci non il proclamare una
insignificante “distinzione per la distinzione”, per il puro gusto dell’essere
fuori dal coro – che comunque è tra l’altro stonato – ma per essere gli
incarnatori di un vissuto che risponda alla nostra natura di creature di quel
Re dell’Universo che ha iscritto nel
nostro cuore un compito che ha un fine ultimo comune e itinerari per
conseguirlo legati alla unicità e irripetibilità di ognuno di noi. Sì, uguali ma unici e irripetibili. Dove
l’essere uguali non è mai egualitarismo. E dove la unicità e irripetibilità non
diviene mai individualismo.
Per aiutarci a meditare tutto ciò e
altro, Tommaso Romano offre un ricercatissimo florilegio di autori di tempi,
luoghi, condizioni, tratti, scuole, temperamenti ed anche prospettive diversi.
Ma che, per gli aforismi e le riflessioni nel volume ripresi, offrono
suggestioni utili allo scopo, che è quello, di ri-creare “cultura, arte e ambienti” che favoriscano
la rinascita di un mondo normale e vivibile,
alternativo a quello che è frutto della ribellione delle passioni più
disordinate.
Nel testo si utilizzano decine e
decine di citazioni molto significative e utili di autori antichi e
antichissimi, da Aristotele ad Ariosto e Tasso, da Dante a Vico, così come di
maestri di vita che i lettori, che speriamo siano tanti, avranno magari anche
personalmente conosciuto come Attilio Mordini, Regine Pernoud, Gustave Thibon
o Giovanni Cantoni .
Già il professor Plinio Correa de
Oliveira, nel suo magistrale saggio “Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”, che non
dobbiamo mai smettere di proporre come lettura della crisi del mondo moderno e
come indicazione di itinerario di uscita da questa crisi, aveva parlato di “
complessità e l'ampiezza del processo rivoluzionario nelle zone più profonde
delle anime, e pertanto della mentalità dei popoli” dove “è più facile indicare
tutta l'importanza della cultura, delle arti e degli ambienti” nella marcia dei
processi disgregativi. L’opera del Romano offre strumenti per restaurare
rinnovati ambiti ove far rinascere e crescere, una nuova classe di nobili
spiriti che vivifichino le famiglie sempre più disorientate, la cultura sempre
più mercificata, le nazioni sempre più prive di punti di riferimento autentici.
Quella che viene proposta è in definitiva la rinascita di focolai di
saggezza.
Il florilegio offerto diviene cosi un
contributo non di puro esercizio letterario ma uno strumento per alimentare lo
spirito, un aiuto a sopravvivere, senza abbattimenti e rassegnazioni
ingiustificate, a rilanciarsi in forme rinnovate, al servizio di una nuova evangelizzazione e
di rinnovato slancio missionario che coniughi lo spirito
contemplativo e quello attivo, senza
ripiegamenti intimistici e folcloristici, senza risibili orpelli e
anacronistici estetismi.
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