La scienza conduce l’uomo
lontano dal concetto di “creazione” e dalla sfera della Trascendenza? I
presupposti della filosofia scolastica sono crollati dinnanzi al suo progresso?
Non v’è più spazio per la ricerca e per il rinvenimento di quel Più, di quell’eccedenza
di significato che permea la realtà? Infine, ipotesi cosmologiche come quella
del Big Bang e articoli di fede come quello della creazione dell’Universo dal
nulla sono stati ormai posti in una contraddizione insolubile?
Questi, ed altri, gli interrogativi affrontati nel testo.
Sulla base di considerazioni filosofiche nonché con l’ausilio di alcune
scoperte della scienza naturale del XX secolo e di geniali intuizioni di alcuni
suoi protagonisti, è desiderio dell’Autore mostrare come l’uomo non solo non
abbia ancora carpito il senso profondo, più misterioso e recondito, della
Natura — ammesso che egli possa anche soltanto pretendere di farlo, come nel
caso della tanto sospirata “teoria del tutto” (theory of everything) — ma come
le molteplici questioni scientifico-naturali ancora (momentaneamente?) insolute
rendano più che mai appassionante quell’approccio aristotelico di meraviglia e
curiosità nei confronti dello studio della Natura, studio che nel contempo
rende evidente l’inesauribile maestria del suo Artefice. Da qui,
l’inevitabilità di un titolo che enfatizzasse la magnificenza della creazione e
ponesse in risalto la razionalità e l’ordine in essa riscontrabili.
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