di Corrado Camizzi
L'elegante volumetto contiene gli Atti di un Convegno sul tema La Biografia come scienza arte e memoria, tenutosi a Bolognetta (PA) il 16 Ottobre 2010. Un tema quanto mai originale e attuale, anzi proiettato al futuro. “Rilevo anzitutto – dice Elio Giunta nel suo intervento - l'aspetto meritorio di questa iniziativa culturale, giacché riunirsi a livello scientifico per discutere sul tema “biografie” mi torna come cosa rara, anzi a mio giudizio, qui si colma una lacuna”. Infatti, finché si parla di biografia come memoria e arte, biografia tra storia e letteratura, siamo tutti abituati e d'accordo, ma arrivare a parlare di attività scientifica in questo campo significa riconoscere l'esistenza di un “metodo” oggettivante e condiviso nonché di risultati capaci di integrazione con altre discipline come la storia, l'antropologia, la pedagogia, la sociologia, la letteratura, il cinema… Anche se sottrarre del tutto alla soggettività la narrazione di una vita (di altri o di sé) è cosa non difficile ma impossibile, come ben sottolinea Ignazio E. Buttitta nella sua relazione fondativa, affermando che “l'aderenza al presupposto dell'assoluta oggettività di ogni scrittura scientifica è viziato ab origine”, ciò non vuol dire che la ricerca della verità, come obiettivo finale seppure non interamente raggiungibile, non debba essere alla base di ogni biografia o autobiografia. E, come ricorda Salvatore Di Marco, già un'impostazione approfondita di questa riflessione è stata data da Tommaso Romano “il quale in alcuni suoi saggi specifici, tende a dotare la historia vitae, il racconto di un'esistenza, la biografia, di uno statuto scientifico proprio, da cui discende, ovviamente, il profilo deontologico del biografo”.
Ovviamente, in questa prospettiva scientifica, è l'indagine sul rapporto tra verità e historia vitae che informa di sé tutte le relazioni qui contenute, in una varietà (ben 21) di voci e di argomenti che formano un mosaico complesso ed organico, in cui ogni relatore porta il suo arricchimento al dibattito. Conclude, infatti il Di Marco: “la biografia o è verità o non è tale”.
L'impostazione scientifica non risulta restrittiva: la Biografia è e resterà sempre “la descrizione di una vita, il profilo cronologico fatto dal vissuto”, “una storia umana individuale che entra nella storia”, “operazione di verità che serve per imparare dalla vita degli altri” (Vito Mauro), incontro con un'esistenza umana unica e irrepetibile, luce che mette “l'individuo e il suo libero arbitrio al centro dell'evoluzione epocale”, scelta e trasmissione di valori, occasione di riflessione, indagine storica, psicologica e sociale, conservazione per i posteri. Il tutto vagliato da carica emotiva e passione e motivato dal bisogno di memoria per sopravvivere al tempo, come ricorda Piero Vassallo, narrando (Sulla biografia dei proscritti) l'allucinante esperienza della non mortale fucilazione del giovane fascista valdostano Piero Sassara da mano partigiana.
L'indubbio interesse oggi esistente sull'argomento (forse non tutti sanno che esiste anche una Libera Università dell'Autobiografia, ad Anghiari) è documentato dal proliferare di Dizionari biografici, magari legati al territorio o ad una specifica disciplina, che tendono a far emergere dall'oblio esistenze di pubblico interesse, altrimenti a rischio di essere oscurate. In particolare, due relazioni documentano questo settore: quella di Marinella Fiume, curatrice del Dizionario biografico Italiane e del Dizionario Siciliane, e quella di Maria Patrizia Allotta, su un interessante progetto che, da alcuni anni, coinvolge studenti di una Scuola Superiore di Palermo ed ha prodotto varie pubblicazioni contenenti numerose schede biografiche di Siciliani culturalmente rilevanti (letterati, filosofi scienziati, musicisti, …).
Al proposito, da diversi relatori viene sottolineata la funzione educativa e pedagogica che può avere una biografia, a iniziare da quella del Padre Cornelio Fabro, scritta da Rosa Goglia, che Annamaria D'Ambrogio definisce “pedagogica per antonomasia”, “per il suo ricco contenuto, per il metodo adottato nella sua stesura e per il suo protagonista” che ella chiama “maestro in umanità”.
Il sottogenere Autobiografia ha, in più, caratteristiche sue proprie. Francesco Paolo Calvaruso afferma che “l'autobiografia non è solo il piacere di ritrovarsi, di ripercorrere la propria storia, ma soprattutto è un'occasione auto-formativa”. “Dal lavoro di ri-scrittura di sé emerge il passaggio dall'autobiografia all'autoanalisi”. Scrittura di memorie, di diari, narrazione della propria vita, quindi, come momento di maggior consapevolezza di sé, attività formativa, terapeutica e consolatoria, capace di riappacificarci con noi stessi, che induce in chiunque ne faccia esperienza una dimensione autopedagogica, autoanalitica e introspettiva. “In definitiva parlare e scrivere di sé costituisce sia un momento autoconoscitivo che socializzante” (Antonella Colonna Vilasi).
Non manca neppure, tra i contributi, una significativa finestra sull'antichità, con un breve, ma sintetico ed incisivo, excursus sulla biografia nel mondo antico, dove Maurizio Massimo Bianco fa il debito accenno anche all'agiografia e all'epistolografia. Alcune poesie siciliane, lette durante l'incontro -particolarmente toccante quella dedicata alla popolana guaritrice Donna Lunarda- evidenziano la potenza espressiva dell'idioma dell'Isola, arricchendo e potenziando l'anima siciliana che ha ispirato e sostenuto tutto il convegno.
Nell'ottica quindi della stimolante galleria di interventi che ci si presenta in questo libro, la Biografia acquista un'identità propria, di genere non minore, dotato di specificità autonome, connesso alle altre arti e discipline, radicato nel passato e denso di prospettive per il futuro.
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