martedì 6 giugno 2017

Gli Atti dei Convegni palermitani su Cristianesimo e Islamismo editi dall'ISSPE

Vede la luce dopo ventisette anni dall’ultimo degli “Incontri tra Cristianesimo e Islamismo” un volume di circa duecento pagine edito dall’ISSPE-Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici (dopo la presidenza di Giuseppe Tricoli, Dino Grammatico, Ciccio Virga, di chi scrive, ed ora di Umberto Balistreri) dal titolo Sacro e Profano. Per un incontro tra Cristianesimo e Islamismo, con il patrocini dei GRE-Gruppi Ricerca Ecologica e della Fondazione Thule Culturale e con la cura attenta di Pier Luigi Aurea e Umberto Balisteri, ambedue animatori dei Convegni palermitani del “Circolo di Cultura Mediterranea” e della rivista “Sacro e Profano”. Il volume – corredato opportunamente di fotografie dell’epoca con personaggi e studiosi autorevolissimi convenuti a Palermo nel tempo – dà conto degli atti dei convegni ricordati, dei Premi Mircea Eliade e del “Solanto”. Si apre, il bel volume con una introduzione di Aurea e si conclude con una nota di Balistreri ambedue utilissime per inquadrare l‘importanza degli eventi e il grande contributo di studiosi e ricercatori sia accademici, che esponenti del mondo cattolico e islamico, quanto di cultori e ricercatori. Mi pare opportuno riportare la sintetica, ma assai pregnante, introduzione di Pier Luigi Aurea: «L’obiettivo principale di “Sacro e Profano” fu quello di costruire uno strumento di studio e di divulgazione delle tematiche, che in senso lato, si definirono religiose. E la rivista non intendeva inserirsi nel novero delle pubblicazioni specialistiche, ognuna delle quali svolgeva egregiamente il ruolo di approfondimento scientifico, ma di creare un veicolo di aggregazione, prima di tutto tra loro che già si incontrarono e stimarono nel corso di vari convegni e riunioni, e poi tra tutti coloro che, pur da diverse ottiche e da diversi bagagli culturali, consideravano il sacro la vera essenza della realtà e la via religiosa l’unico scopo dell‘esistenza umana. Alla rivista del Circolo Culturale Mediterraneo, sorto nel dicembre del 1981, collaborarono e diedero la loro adesione personalità religiose, esponenti del mondo accademico e intellettuali di varia estrazione culturale, ma tutti aperti al dialogo, che significò, e significa, capacita di ascoltare ed accettare nel massimo rispetto le idee e le esperienze altrui.
Sono due gli atteggiamenti che si rifiutarono in senso assoluto: il settarismo e il sincretismo confusionario. Entrambi gli atteggiamenti, che sembrano opposti, in effetti rappresentano le due facce della medesima medaglia, poiché indicano in fondo una scarsa saldezza di principi, in quanto il settarismo, nel suo arrogante rifiuto di qualsiasi confronto di idee e, anzi, nell‘impedire la possibilità di esprimere opinioni divergenti, dimostra l’incapacità di difendere le proprie idee in un confronto franco e libero. Allo stesso modo si rifiutò il malinteso dialogo, oggi molto di moda, che tende a confondere i riti, le preghiere, etc. nella ricerca, non certo dell’unità e della sintesi, che implicano un punto di vista superiore - metafisico - ma nella ricerca di punti di incontro tra le varie tradizioni religiose al livello più basso: sociale, sentimentale e, al massimo, morale. Già altre volte abbiamo affermato che consideriamo le diverse religioni ortodosse come delle vie, con i propri dogmi, i propri riti, la propria etica, indicanti il cammino verso l’Assoluto. Da cattolici quali noi siamo, e ci sentiamo profondamente, consideriamo il credente di religione musulmana o ebraica o di qualsiasi altra religione ortodossa non un nemico da combattere, ma una persona che segue una via diversa dalla nostra per raggiungere il medesimo fine ultimo. In questa ottica, il riuscire a cogliere con la massima apertura d’animo la profonda spiritualità espressa da tradizioni diverse dalla nostra, non può che rafforzare e, talvolta, permettere anche di capire meglio la via spirituale che ognuno di noi segue.
E la rivista(1982-1991) si collegò strettamente all’attività che il Circolo Culturale “Mediterraneo“ svolse nella direzione di un‘opera volta a risvegliare la dimensione del sacro. Il titolo stesso - Sacro e Profano - mostra chiaramente come gli argomenti affrontati - con una campionatura essenziale presentata nel presente lavoro pubblicato dall‘ISSPE - interessano non solo le tematiche religiose in senso stretto, ma tutti gli argomenti possibili (letterari, storici, scientifici, di costume) purché affrontati da un’ottica - per cosi dire. Trascendente.
Per colui che crede in Dio - per l’uomo normale - non esiste nulla che non abbia un significato sacro. Il termine profano, pertanto, deve essere inteso nel senso di quegli aspetti della realtà che la cultura ufficiale e la civiltà attuale, volta ad un processo di secolarizzazione sempre piu accentuato, considerano staccati da ogni visione trascendente, ma che la rivista affrontò esclusivamente da una prospettiva metafisica».
Come si è potuto leggere un piano di conoscenza reciproca fra le due grandi religioni del Libro (senza ovviamente escludere l’Ebraica che è base spirituale ineludibile per tutti i Monoteismi) attraverso l’ottica di penetrazione sui temi nodali, ma adoperando un metodo che, se avesse fatto ulteriore scuola, non avrebbe allontanato ma vieppiù fatto comprendere le convergenze e divergenze partendo però da quel Dialogo dello Spirito, che fu il tema che trattai e che è riportato, insieme agli Atti, editi delle edizioni Thule, sempre da me dirette a partire ad 1971. [Segnando la cronologia faremo memoria dei luoghi, dei temi e della personalità intervenute nel tempo dal 1982 al 1990.
Il primo Convegno si svolse l’11 e 12 Dicembre 1982 a Mondello, al Palace Hotel, sul tema “Incontro fra Cristianesimo e Islamismo come soluzione alla crisi del mondo moderno”. Gli atti furono editi de Thule (e sono ora anch’essi ristampati), vi compaiono testi nel volume generale di cui occupiamo di Aurea, del Cardinale Salvatore Pappalardo, di Mentor H. Cionku – Gropa, di Alessandro Bausani, di mons. Crispino Valenziano, Bent Parodi, Umberto Balistreri, Roberto Rubinacci, Pio Filippani Ronconi, P. Anselmo Lipari, Abd Al Wahab] Pallacivini, George C. Anawati, Abdel Wahab Bouhdida, Giuseppina Igonetti, Vittorio Vettori, Mourice Borremans, Janette Najem Sfeir, Gianni Allegra, Andrea Borruso, Giuseppina Igonetti, Vintila Horia, Claudio Mutti, Thomas Michel, Janette Najem Sfeir, Andreas Salama, Salvatore Maria Sergio, Khaled Shamir, Elémire Zolla, Giulio Basetti Sani, Franco Cardini.
Una schiera di grande e robusta qualità intellettuale (anche se vi fornisce solo l’elenco), a cui vanno aggiunto altri protagonisti di cui non sono stati possibile rivenire i testi: Giulio Bonafede, Giovanni D’Espinosa, Fausto Gianfranceschi, Giuseppe Tricoli, Gaetano Catalano, Pierre Andrè, Antonio Osnato, Alessandro Musco, Piero Scanziani, Adolfo Morganti, Maurizio Graffeo, Giuseppe Rovella, Claudio Mutti, Dino Grammatico nonché di Consoli, Ambasciatori della Lega degli Stati Arabi e di altri Stati, scrittori, docenti, giornalisti.
Altro indiscusso protagonista fra Mircea Eliade – a Palermo nel per ritirare il “Premio Internazionale Mediterraneo”, curato da Nino Muccioli con la Giuria di cui fecero parte – presidente Mario Sansone, e che riuscii a fare partecipare con un intervento pubblico, al Convegno cristiano-islamico. Restano fotografie e una splendida intervista di una intera pagina rilasciata al “Giornale di Sicilia”, autore il non dimenticato Bent Parodi Morto Eliade, si sembrò buona cosa dedicargli un Premio da assegnare a latere dei Convegni, che presiedetti per quattro edizioni, anch’esse memorabili, anche per l’altissima qualità dei premiati e della Giuria. Nel 1987 fu inseguito il filosofo cattolico Augusto Del Noce e la cerimonia ebbe luogo nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza; nel 1988 a Elèmire Zolla complesso indagatore della religioni saggista e narratore, il premio fu consegnato nella sede della Fondazione Chiazzese, nel 1989 assegnammo il Premio a Pio Filippani Ronconi autentico erudito, cattedratico; nel 1990 si rese onore con il Premio Eliade al Prof. Roberto Rubinacci, islamista e ordinario all’Università di Napoli. Fra i componenti della Giuria Allegra, Pierfranco Bruni, Grisi, Alfio Inserra, Lucio Zinna, Orazio Sbacchi, Balistreri, Dino Grammatico Muccioli, Giafranceschi, Orazio Tanelli.
Nel 1997 e nel 2000 si rivolsero a Santa Flavia due edizioni del “Premio Solanto”, ancora presidiato da chi scrive. Premiammo scrittori, giornalisti e artisti internazionali quali Romeo Magherescu, Pina Lupoi, Paolo Erasmo Mangiante, Roberto Andò, Mario Azzolini, Giuseppe Quatriglio, Pino Giacopelli, Sebastiano Tusa ed altri intellettuali esponenti del genius loci come Carlo Puleo, Angelo Restivo, Lo Iacono Battaglia, Pippo Ferreri.
Il resoconto proposto, può apparire un elenco arido di nomi noti o meno celebrati, nonché di studiosi e addetti ai lavori. Potremmo invece continuare con la ricca schiera di collaboratori alla rivista “Sacro e Profano”, che uscì, in bella vesta tipografica, in quegli stessi anni. Ma si rimanda senz’altro al volume che dà conto meticolosamente e scientificamente di tutto questo e di tanto altro.
Va detto, però, che quella che abbiamo ricordato fu in realtà una vera e propria impresa intellettuale e morale e un raro esempio di equilibrio, di reciproca amicizia e comprensione religiosa e culturale, senza scadere nella spirituale disputa, nella demagogia dei forcaioli o nel sincretismo che vede con un colpo di penna annullare le peculiari e vitali specificità delle identità civili e religiose. Uno sforzo corale, che vide in Aurea e Balistreri gli appassionati e generosi alfieri, a cui - da partecipe attivo del progetto - va la mia amicale riconoscenza di studioso, nel ricordo di tanti Amici, seppur scomparsi da anni, che restano autentici testimoni di una fervida stagione, che vide in quegli anni Palermo al centro del Mediterraneo, non per trasbordare nell’irenismo e nel dialogo a tutti i costi, quanto per vivificare la conoscenza e la fede.


Tommaso Romano 

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