di Tommaso Romano
Con molta discrezione Adalpina
Fabra Bignardelli, dona la sua quarta raccolta di liriche dal titolo L’attesa edita nitidamente dal Convivio
di Castiglione di Sicilia. Poesie che riflettono in pieno una personalità che
sa comprendere in sostanza, la natura del viaggio
umano, il valore degli affetti, la bellezza della natura la semplice e grande
qualità di ogni aspetto del creato senza per questo obliare il dolore e il
disincanto, sempre sorretti con afflato sapiente e lieve e con alate parole.
Molto belle le poesie del ricordo dedicate alla madre e all’amica poetessa Anna
Maida Adragna. Uno scrigno di sentimenti intimi, di sensazioni, di attimi, di
meditazioni strappate al quotidiano. Nella consapevolezza del grande disegno
del destino.
L’attesa è
una dimostrazione lucente della poesia che sa farsi anima e che è sempre,
quando è vera, religiosa che, cioè ha un legame trascendente, in un colloquio
con Dio che non consente, alla fine la deriva del dubbio e del nichilismo. E,
tuttavia, le ombre del futuro le interrogazione pur cariche di speranzosa fede
si addensano nell’attesa del domani e dell’eterno. La nostra poetessa, però, sa
cos’è lo “stare in limine” – come ben afferma Giuseppe Manitta nella prefazione
– assaporando la “piccola felicità”, il semplice sorriso che “distende una ruga
\ asciuga una lacrima \ placa un dolore \ smorza un’angoscia \ affievolisce un
rancore \ vivifica un perdono \ riscalda una vita \ accende una speranza. \
Talvolta un sorriso \ e silenzioso messaggio \ d’amore e pace.
Una prova ulteriore, assai
convincete questa di Adalpina Fabra Bignardelli, che già le assegna una
postazione di rispetto fra i poeti del Sacro di questo scorcio di millennio.
Nessun commento:
Posta un commento