Pubblichiamo una nota che annuncia il prossimo volume del noto scrittore di Delia, Stefano Vilardo. Il libro sarà pronto nel prossimo autunno ed è curato da Giuseppe Saja.
Stefano Vilardo e Tommaso Romano |
I racconti che compongono il volume testimoniano una sorta di leopardiana ‘Storia di un’anima’, in cui l’autore di Delia, attraverso una nuova e voluta intertestualità di queste brevi narrazioni recuperate, dipana il filo tagliente ma accorato, lucido ma commosso, delle sue memorie più personali. Sette dei dieci racconti hanno un carattere volutamente autobiografico: Vilardo ripercorre le stagioni del suo terreno transito, dalla fanciullezza, riaffiorante quasi da un tempo di magia, alla maturità disillusa, passando attraverso un’adolescenza accesa da dolori assoluti (la perdita del fratello) e amicizie salvifiche (quella con Leonardo Sciascia su tutte).
Il percorso autobiografico, di un’autobiografia soprattutto intellettuale, diviene, pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, il ritratto di una generazione, di un’epoca che stava per vivere il trapasso dalla civiltà contadina a quella società dell’omologazione e dei consumi che, in Sicilia, sarebbe diventata ‘civiltà’ del cemento, della speculazione, del malaffare. Le ultime narrazioni della raccolta recuperano parzialmente la dimensione eterodiegetica e sono, per così dire, il riflesso di quella weltanschauung delineata nei primi sette racconti-confessione. I rispettivi protagonisti sono esseri disillusi, inariditi dalle personali esistenze; ma che tuttavia si sforzano di mantenere ancora brandelli di riconoscibile umanità.
Stefano Vilardo, nato a Delia (in provincia di Caltanissetta) nel 1922, ha pubblicato con l’editore Sciascia i volumi di poesie I primi fuochi (1954), Il frutto più vero (1960) e Gli astratti furori (1988). Nel 1975 affida a Garzanti Tutti dicono Germania Germania, 42 narrazioni di emigrati ‘ricreate’ in versi e riproposte nel 2007 da Sellerio. Con quest’ultimo editore ha pubblicato i romanzi Una sorta di violenza (1990), Uno stupido scherzo (1997) e il libro-conversazione A scuola con Leonardo Sciascia (2012). L’ultima sua fatica è il volume Si conta e si racconta. Quattordici racconti di Salvatore Salomone Marino (Lussografica, 2015).
Giuseppe Saja, dottore di ricerca in Letteratura italiana, è stato assegnista e docente a contratto presso l’Università di Palermo. Attualmente è docente di ruolo di Italiano e Storia. Ha pubblicato, per i tipi dell’editore Sciascia, i volumi «Il Momento». Identità d’una rivista di fine Ottocento. Con gli indici del periodico (1883-1885) (2004), Il silenzio e l’azzardo. Narratori e poeti siciliani del ’900 (2006), Impasse relazionale e solipsismo in Con gli occhi chiusi e altri saggi tozziani (2010) e Federigo Tozzi. ‘Incontri’ siciliani (2011). Ha curato il volume Opere di Antonio Castelli (Sciascia, 2008).
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