di Sandra Guddo
All’interno
di un’originale riquadro narrativo, arricchito dalle immagini dei dipinti di
celebri pittori attivi tra le metà dell’ottocento, in pieno clima romantico, e
i primi anni del novecento, si snocciolano come preziose perle , le poesie di
Enza Sanna, suddivise in quattro cornici : Nelle pieghe dell’anima, Del
quotidiano, Dettagli, La parola irrelata.
Ho
preferito chiamarli cornici, anziché sezioni, come sarebbe stato ovvio, perché si
ha l’impressione, sfogliando le pagine di questo incantevole volumetto,
pregevole anche per la veste grafica, di essere dentro una galleria d’arte tra
le opere immortali di Renoir, di Tissot, di Manet o di Corcos. solo per citarne
alcuni mentre, in copertina, è possibile ammirare “ Idillio” di William
Bourguereau. Tale scelta, dopo avere letto per intero il volumetto, apparirà
l’unica possibile, in perfetta sintonia con il pensiero di Enza Sanna . Anche le liriche della nostra poetessa sono
vere opere d’arte che sfidano il tempo e varcano quella soglia sottile ed
evanescente che separa l’empirico dal trascendente in una sfida che non si
affida alla tecnologia, né alla scienza ma all’arte, l’unica che può dare
accesso all’immortalità.
La lirica
della poetessa genovese sfocia libera e fluente dalla sua anima, sorretta però
da una solida intelaiatura filosofica che non riesce a soffocare il suo impulso
creativo, il suo linguaggio essenziale ma modulato e morbido come le pieghe
dell’ abito di seta, indossato dalla pittrice rappresentata nella celebre tela
da Eduard Manet che Enza Sanna ha voluto
inserire nella sua raccolta, a testimonianza che la bellezza è l’unico vero
oggetto dell’arte, sia essa poesia o pittura o musica e che la “ bellezza
ha sempre e comunque un profilo etico. “
In altre parole, non è possibile scindere il bene da ciò che
è artisticamente valido ed ha quindi, nella sintesi kantiana, valore
universale.
Il titolo che
l’autrice ha scelto per la sua opera “ Frammenti Lirici “ potrebbe indurre il
lettore a ritenere che si tratti essenzialmente di una leggiadra raccolta
di liriche, invece c’è molto di più:
attraverso le sue poesie si ha come l’impressione di salire, gradino dopo
gradino, in cima ad una scala e, arrivati lassù, sia possibile contemplare, nel
suo insieme, la complessità del suo sentire, un viaggio nelle pieghe
dell’anima.
Il tema del
viaggio, a mio parere, è centrale nel pensiero di Enza Sanna, allorché invita
il navigante a godere dello stesso
navigare senza fretta verso la meta, seppure agognata :“ Non affrettare il viaggio / tu
che soffri, ignaro d’ogni sosta, d’ogni tregua / i ritmi del presente, senza
farne ammenda . “
Altro tema
caro alla poetessa è l’amore che nutre per la sua bellissima terra: la Liguria,
che Ella, appropriatamente, definisce “ Terra degli dei e dei poeti “ concordando con il celebre poeta, suo
conterraneo, Eugenio Montale. Con uguale potenza descrittiva, permeata da un
delicato lirismo, la poetessa afferma : “ La consapevolezza del bello in natura / ti
fa partecipe come fosse crearla . “
Questo tema
si trova diffuso in molte altre poesie ma
una in particolare mi ha colpita: “ Rivelazione “ che va letta e gustata
tutta d’un fiato, talmente i versi si susseguono veloci ma incisivi, mai
affrettati o superficiali: una visione complessiva come la tela del pittore che
ritrae nel suo insieme tutti gli elementi del creato: il cielo, la terra con il
“ mandorlo
in festa “ , il mare e “ sul mare un’ ala graffia l’onda e subito
risale “ la luce pallida della luna, le montagne e i fiumi e il “
vento del primo mattino “. A fianco della poesia , a testimoniare
l’esuberante bellezza della natura, esplode con i suoi colori smaglianti, la
tela di Pierre Auguste Renoir “ In estate “ ( 1868 ) .
Sulla base
della convinzione, prettamente gnoseologica, che tutto in natura sia destinato
a dissolversi nel suo continuo ed inarrestabile fluire e deperire, come “
pànta rhei “, nucleo centrale della filosofia del presocratico
Eraclito, si afferma forte l’istanza dell’eterno.
L’esigenza,
per noi poveri mortali, confinati in un
limitato arco spazio - temporale, di divenire, in qualche modo, immortali, non
può essere convalidata dalla “ scienza né dalla conoscenza
“ ma può essere sostenuta soltanto dall’ “ arte testimone della grandezza dell’uomo “
( … ) espressione profonda del suo animo / che proviene dallo spirito / da una scintilla
d’immortalità / dal segreto divino che lo ha segnato. Solo il bene e il bello
han valor d’eternità”.
Non
possiamo che concordare con Enza Sanna della quale si apprezza la sobrietà e la
profondità del suo sentire.
Sandra
Guddo
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