di Giovanni Taibi
Uno
sguardo lucido eppure disincantato sulle vicende del mondo, da quello più
intimo a quello sociale, è quello che Vito Mauro ci presenta nella sua silloge
poetica, “La luna crollerà, pensieri in versi (edizioni Thule 2012 Euro 10.00),
che raccoglie liriche, pensieri e riflessioni a partire dal 1975.
Con
uno stilo tagliente, a volte epigrammatico, le poesie di Mauro, pur partendo dal
dato reale, ben presto lo trascendono
con la sicura consapevolezza di chi è abituato a vedere oltre e l’oltre.
L’autore
intende la poesia quindi come un dono che il poeta, qualsiasi poeta, elargisce
a tutti perché “ …La poesia vince la
solitudine/…la poesia è ciò che ci emoziona” ( Cfr La poesia pag. 17 )
Ma
poetare diventa anche un’ineludibile esigenza dello spirito, perché “la poesia,
nasce da pensieri ed emozioni che se non/ scrivi/ non ti lasciano. “ (Ibidem pag.
17)
L’amore, la donna amata sono uno dei temi più
ricorrenti nelle liriche di Mauro. Amore che nasce come “colpo di fulmine” ,
che cresce ( “Nei nostri appuntamenti /…la certezza di trovarti / mi
tranquillizzava.” (cfr La Martorana, pag. 29) Un amore che si perpetua in una
dolce routine ( ..”ogni giorno, ci diremo tante cose. / Una parola sola
ripetiamo ogni giorno, / sempre la stessa. / Ti amo”( Cfr Ti amo pag. 30) .
Amore
che diventa ancora panismo nella bellissima lirica Perdersi: Come un fiore che
si apre / e si consuma / davanti al sole. / Così io davanti alla mia stella /
mi scopro e mi disperdo.( cfr pag. 33) Amore che comincia a sfidare gli anni e
popola il cuore del nostro autore di arcane presenze in questa lirica di
ungarettiana memoria: Come una foglia, /
unita disperatamente / al suo ramo / trema / perché non vuole lasciarlo, / così
anch’io tremo, / legato angosciosamente / a te / e non voglio staccarmi ( cfr
L’ultima foglia pag. 36).
È
questo il Vito Mauro più intimo, quello che mette a nudo la sua anima vincendo
la ritrosia iniziale di chi pensava che la poesia fosse solamente una cura
della propria anima da fruire in perfetta solitudine.
“Diario
intimo” lo definisce Tommaso Romano nella sua illuminante prefazione che ci
conduce alla scoperta della poetica ma soprattutto dell’uomo Vito Mauro. Romano
considera la lirica di Mauro come sgorgata da un intimo rovello che negli anni
ha accompagnato la sua vita e ha trovato costante riproduzione nelle varie liriche che ne sono
espressione fedele.
Oltre
all’amore altro tema che trova cittadinanza nell’opera di Mauro è “ l’esserci”
che come dice Romano “non è solo con concetto filosofico heideggheriano coniato
per sfuggire l’insignificanza, ma anche la consapevolezza del valore della vita
stessa per abituarci ai venti del contingente ….senza perdere identità e
inquietudine.” (Cfr pag. 12 ).
“Giovane
! / non è sempre gennaio ! / anche se ti è / duro ammetterlo, / anche se ancora
/ l’idea non ti sfiora, / inesorabilmente / il tempo passa / anche per te….Cambia, pertanto / pagina al
calendario ! ( cfr Non è sempre gennaio
pag. 31 )
O
ancora: “ Gli ideali, le passioni, / i sentimenti non cambiano con l’età,/ non
invecchiano insieme al corpo, / appartengono a un mondo, / che trascuriamo, /
nel quale non esiste né tempo, né spazio.” ( cfr L’età pag. 74).
L’eremo
solitario come ebbe a dire Tommaso Romano a cui tutti i poeti aspirano di appartenere ma di cui pochi
conoscono la strada.
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