domenica 15 maggio 2016

Vito Mauro, "La luna crollerà" (Ed. Thule)

di Giovanni Taibi

Uno sguardo lucido eppure disincantato sulle vicende del mondo, da quello più intimo a quello sociale, è quello che Vito Mauro ci presenta nella sua silloge poetica, “La luna crollerà, pensieri in versi (edizioni Thule 2012 Euro 10.00), che raccoglie liriche, pensieri e riflessioni a partire dal 1975.
Con uno stilo tagliente, a volte epigrammatico,   le poesie di Mauro, pur partendo dal dato  reale, ben presto lo trascendono con la sicura consapevolezza di chi è abituato a vedere oltre e l’oltre.
L’autore intende la poesia quindi come un dono che il poeta, qualsiasi poeta, elargisce a tutti perché  “ …La poesia vince la solitudine/…la poesia è ciò che ci emoziona” ( Cfr La poesia pag. 17 )
Ma poetare diventa anche un’ineludibile esigenza dello spirito, perché “la poesia, nasce da pensieri ed emozioni che se non/ scrivi/ non ti lasciano. “ (Ibidem pag. 17)  
L’amore,  la donna amata sono uno dei temi più ricorrenti nelle liriche di Mauro. Amore che nasce come “colpo di fulmine” , che cresce ( “Nei nostri appuntamenti /…la certezza di trovarti / mi tranquillizzava.” (cfr La Martorana, pag. 29) Un amore che si perpetua in una dolce routine ( ..”ogni giorno, ci diremo tante cose. / Una parola sola ripetiamo ogni giorno, / sempre la stessa. / Ti amo”( Cfr Ti amo pag. 30) .
Amore che diventa ancora panismo nella bellissima lirica Perdersi: Come un fiore che si apre / e si consuma / davanti al sole. / Così io davanti alla mia stella / mi scopro e mi disperdo.( cfr pag. 33) Amore che comincia a sfidare gli anni e popola il cuore del nostro autore di arcane presenze in questa lirica di ungarettiana memoria: Come  una foglia, / unita disperatamente / al suo ramo / trema / perché non vuole lasciarlo, / così anch’io tremo, / legato angosciosamente / a te / e non voglio staccarmi ( cfr L’ultima foglia pag. 36).
È questo il Vito Mauro più intimo, quello che mette a nudo la sua anima vincendo la ritrosia iniziale di chi pensava che la poesia fosse solamente una cura della propria anima da fruire in perfetta solitudine.
“Diario intimo” lo definisce Tommaso Romano nella sua illuminante prefazione che ci conduce alla scoperta della poetica ma soprattutto dell’uomo Vito Mauro. Romano considera la lirica di Mauro come sgorgata da un intimo rovello che negli anni ha accompagnato la sua vita e ha trovato costante  riproduzione nelle varie liriche che ne sono espressione fedele.
Oltre all’amore altro tema che trova cittadinanza nell’opera di Mauro è “ l’esserci” che come dice Romano “non è solo con concetto filosofico heideggheriano coniato per sfuggire l’insignificanza, ma anche la consapevolezza del valore della vita stessa per abituarci ai venti del contingente ….senza perdere identità e inquietudine.” (Cfr pag. 12 ).
“Giovane ! / non è sempre gennaio ! / anche se ti è / duro ammetterlo, / anche se ancora / l’idea non ti sfiora, / inesorabilmente / il tempo passa  / anche per te….Cambia, pertanto / pagina al calendario !  ( cfr Non è sempre gennaio pag. 31 )
O ancora: “ Gli ideali, le passioni, / i sentimenti non cambiano con l’età,/ non invecchiano insieme al corpo, / appartengono a un mondo, / che trascuriamo, / nel quale non esiste né tempo, né spazio.” ( cfr L’età pag. 74).
L’eremo solitario come ebbe a dire Tommaso Romano a cui tutti i poeti  aspirano di appartenere ma di cui pochi conoscono la strada.

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