domenica 8 maggio 2016

Thich Nath Hanh, "Fare pace con se stessi" (Ed. Aam Terra Nuova)

di Giovanni Taibi

La nostra società, sempre più ipertecnologizzata e ultraconnessa, ha fatto aumentare lo stress individuale a livelli che per i nostri avi erano impensabili.
Ecco che allora assieme allo stress crescono i rimedi per curarlo: dal training autogeno alla psicoterapia, dallo yoga al naturismo fino alle filosofie orientali più disparate alla ricerca dello zen, della pace interiore.
Un’interessante proposta è quella formulata da Thich Nath Hanh, monaco buddista candidato al nobel per la pace nel 1978 da Martin Luther King, che ha scritto un pregevole manuale “Fare pace con se stessi. Guarire le ferite e il dolore dell’infanzia   trasformandole in forza e consapevolezza” (edizioni Terra nuova, euro 14.00).
Il libro è diviso schematicamente in tre parti: Insegnamenti sulla guarigione, storie di guarigione e pratiche di guarigione.
La tesi dell’autore parte dall’assunto che in ognuno di noi è presente un bambino o una bambina sofferente, che versa lacrime sulle ferite del passato, impedendo loro di cicatrizzarsi. Bisogna perciò risalire al bambino che c’è in noi, dialogare con lui per potere affrontare la vita adulta con più serenità e consapevolezza, in pace con se stessi,  appunto.
Secondo Thich Nath Hanh durante questo percorso di riconciliazione è necessario riconoscere i traumi e i dolori dell’infanzia e affrontarle con la “mindfullness”, la consapevolezza,  detta anche presenza mentale, che si basa sulla pratica del respiro e della camminata consapevoli.
In pratica non bisogna lasciare nel deposito del nostro subconscio le esperienze che ci hanno ferito e che spesso ritornano nella vita presente sotto forma di malessere e male di vivere. È necessario invece accoglierle, riconoscerle e dialogare con bambino interiore convincendolo che adesso disponiamo delle energie per controllare quel dato avvenimento negativo che tanto ci aveva sconvolti . Imparare ad accettare la sofferenza di quelle esperienze tristi è fondamentale per accrescere la compassione e l’amore. “La comprensione e la compassione nascono dalla sofferenza. Quando la comprendiamo non recriminano più, ma la accettiamo e siamo consapevoli. Per questo la sofferenza è utile, ma se non sappiamo come affrontarla, rischiamo di affogare nel suo oceano; al contrario, se la sappiamo trattare, ci può essere di insegnamento.” (Pag. 37)
Sofferenza e felicità sono dunque strettamente connessi. Dice ancora l’autore: “Senza sofferenza non c’è felicità. Non c’è loto senza fango” (pag. 38)
Nel 1982  Thich Nath Hanh ha fondato in Francia,  il Plum Village, a 80 chilometri da Bordeaux. Qui l’autore vive e insegna circondato da una vasta comunità di monaci provenienti da tutto il mondo.
Nel corso dell’anno il Plum Village accoglie migliaia di praticanti da ogni angolo del mondo  soprattutto nel corso dei due ritiri: quello estivo, che dura circa un mese e quello invernale, di circa tre mesi. Durante i ritiri i visitatori sono sollecitati con gentilezza e poesia a guardare dentro loro stessi per scoprire come i conflitti interiori siano all’origine di tensioni con noi stessi e con gli altri. Questa scoperta aiuta a comprendere il passato e vivere in pace nel presente, migliorando sia la propria vita che le relazioni sociali.     
Anche in Italia è stato aperto un centro che applica gli insegnamenti di Thich Nath Hanh. Si chiama Progetto Essere Pace e ha sede nel comune di Castelli, in provincia di Teramo  sul versante adriatico del Gran Sasso a 550 metri di Altezza. Per informazioni è possibile collegarsi al sito www.centrovitaconsapevole.org

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